sabato 17 gennaio 2009

Lettera aperta a Walter Veltroni



Caro Walter,
lo so ch'è difficile definire se stessi; e tanto più lo è se si ha la convinzione che tutte le convinzioni siano fedi e che tutte le fedi siano cosa da buttare per essere uomini. Quindi dico questo senza convinzione, senza fede, perché a mala pena riuscirei a definire me stesso. Ma tu perché, caro Walter, non ci provi a tracciare una netta linea di confine nel dire cosa sia il Partito Democratico senza nessun ma anche?
Forza, su, vieni fuori, una volta per tutte, a viso aperto, e sii chiaro. Di' «noi siamo questo e questo e soprattutto non scambiateci per altro». All'interno di questo sarai libero di dire ciò che vuoi, di essere carne o di essere pesce, purché tu dica di essere qualcosa. Non fare confusioni, non fare miscellanee di pensiero. Sii esclusivo, taglia, fottiti del politically correct, e mostra cosa sei. Un partito per valere deve avere un'anima, una spina dorsale: ma una sola, una soltanto. Non si può conciliare l'inconciliabile. Non si può sempre fare la sintesi di due posizioni divergenti.
E allora forza, sbrigati, fallo prima che tutto vada perduto. Non hanno importanza gli amministratori corrotti, le stesse facce che si perpetuano in sæcula sæculorum. Non è questione di persone, ma di ideali. Un'idea, un concetto un'idea, maremma supermaiala, prova a far sì che non sia soltanto un'astrazione. Poi tu puoi anche fondarti su ideali che non condivido: ti rispetterò, continuerò a volerti bene e potrò anche permettermi di dirti vaffanculo. Ma così, nello stato in cui si trova il PD ora, non posso nemmeno fare quello, perché non si può parlare con l'insensatezza, con l'insignificanza.
Con affetto.

Vignetta tratta da Rododentro

2 commenti:

IL LAICISTA ha detto...

Avrei potuto scriverlo io questo post (ma non così bene), per quanto mi ci ritrovo.
Bello e vero.

Luca Massaro ha detto...

Troppo buono, Laicista, troppo buono.
Grazie davvero comunque.
:-)