martedì 4 agosto 2009

Nuovi pascoli

Dal Libro del Profeta Ezechiele [Qui “pastori” sta per “politici”]
34
1
Mi fu rivolta questa parola del Signore: 2 «Figlio dell'uomo, profetizza contro i pastori d'Israele, predici e riferisci ai pastori: Dice il Signore Dio: Guai ai pastori d'Israele, che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge? 3 Vi nutrite di latte, vi rivestite di lana, ammazzate le pecore più grasse, ma non pascolate il gregge. 4 Non avete reso la forza alle pecore deboli, non avete curato le inferme, non avete fasciato quelle ferite, non avete riportato le disperse. Non siete andati in cerca delle smarrite, ma le avete guidate con crudeltà e violenza. 5 Per colpa del pastore si sono disperse e son preda di tutte le bestie selvatiche: sono sbandate. 6 Vanno errando tutte le mie pecore in tutto il paese e nessuno va in cerca di loro e se ne cura. 7 Perciò, pastori, ascoltate la parola del Signore: 8 Com'è vero ch'io vivo, - parla il Signore Dio - poiché il mio gregge è diventato una preda e le mie pecore il pasto d'ogni bestia selvatica per colpa del pastore e poiché i miei pastori non sono andati in cerca del mio gregge - hanno pasciuto se stessi senza aver cura del mio gregge - 9 udite quindi, pastori, la parola del Signore: 10 Dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori: chiederò loro conto del mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio gregge, così i pastori non pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di bocca le mie pecore e non saranno più il loro pasto. 11 Perché dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura. 12 Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. 13 Le ritirerò dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d'Israele, nelle valli e in tutte le praterie della regione. 14 Le condurrò in ottime pasture e il loro ovile sarà sui monti alti d'Israele; là riposeranno in un buon ovile e avranno rigogliosi pascoli sui monti d'Israele. 15 Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. 16 Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.

O Altissimo, non ti sembra il caso di far un salto anche qui in Italia? Di persona però, ché il tuo Sommo rappresentante ci fa pascolare in delle zone impervie e aride e poi, sia detto per inciso, l'è vicino a te quanto io son vicino alle curve di Shakira. No, non promettere che tanto questi pascoli saranno per dopo... Israele è qui e ora o non è. Anche Ezechiele ha capito così, e io pure. Dopo è troppo facile, dopo non c'è partita. E io mi sono rotto a giocare sempre dalla parte della pecora. Soprattutto con questi rincoglioniti di pastori, buffoni presuntuosi, unti e bisunti, ammiccanti e sorridenti. E che nemmeno sanno contare e, dalla vergogna, lo nascondono pure. Sì, Altissimo l'Italia urge di una tua benedizione vera. Se tu ci fossi sarebbe incredibile come tu ci faccia ancora sopportare così tanto questo insopportabile stato di cose. Politico intendo. Privato, va bene così. Ho la fortuna di non essere invischiato in giochi di potere. Dici che se tu, o Altissimo, fossi Dio - come diceva Gaber - ti ritireresti in campagna come ho fatto io? Troppo facile. Mi piacerebbe ci fosse ancora qualche redattore biblico in giro per il mondo, qualche uditore della tua voce, un altro Ezechiele, un Isaia, un Geremia e via e via. Già, perché nel corso dei secoli s'è interrotta questa tradizione di Scrittura? Tu hai bell'e detto tutto? Sicuro sicuro? Qui l'è tutta un'interpretazione, un'esegesi, un citare versetti, di Ravasi che fanno scender i cosiddetti a livelli plantari. O Altissimo, fa' un cenno, un saluto, un marameo, un severo monito, una semplice rimbrottata. Qualcosa insomma che infonda speranza che tutto questo sciame infame d'imbecillità e cattiveria che ci circonda non sia il fine ultimo di questa sciagurata umanità. Meglio di tutto sarebbe che tu venissi una sera in diretta, a reti unificate, in un'ora di punta planetaria di massimo share, per dirci: «Ragazzi, non ho la barba né i baffi e quasi tutto ciò che leggete e sentire pregare e comandare su di me non è vero. Fate finta che io non ci sia ché io vi confondo, vi faccio perdere in un mare di precetti cazzata che infondono timore e paura ai tre quarti dell'umanità. Ragazzi, il paradiso è qui se sarete capaci di costruirvelo, soprattutto non sulle spalle e contro altri come voi. Ragazzi, mi avete caricato di troppe responsabilità, a cominciare dalla superballa della creazione. Io sono un sogno, io sono un desiderio. Io sono, o meglio, vorrei essere solo una lieve carezza sul viso estremamente soave che rinfranca tutti i dolori del mondo. E adesso basta, non vi fidate troppo di coloro che mi pronunciano spesso cercando d'imporre se stessi e le proprie ingiunzioni. Io sono un solitario, lasciatemi in pace. Buon anno, ci risentiremo a capodanno».

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