lunedì 2 settembre 2013

Il poeta ricorda

Marc Chagall, Il poeta, 1911

Mi bruciava la voglia
di vederti
di assalirti col fuoco
che avevo dentro
sai quale: quello che
spesse volte respingevi
perché non seguiva le impronte
del tuo desiderio.

Ero folle
ero mente e tu non riuscivi
a mentirmi – i tuoi lineamenti
non lo consentivano
e così
fosti crudele almeno mi parve
tu lo fossi in quel momento
particolare d'inverno in cui
chiudermi fuori dal tuo dentro
fu come destinarmi
al congelamento.

Infatti ebbi lacrime che
come quelle della Caina
subito mi si diacciarono in volto.
Non potevo credere
che la tua bocca potesse ricevere
lacrime e seme di un altro.

Ma non seppi chiudermi abbastanza
da far sì che le lame fredde del gelo
mi togliessero
la voglia di vivere. Il cielo
prometteva comete e la mia saliva
cercava altre mete da dissetare.
E tu facesti bene
a fare cosa hai fatto
dacché se non lo avessi fatto
io non mi sarei disfatto
di me com'ero allora.

Ma sono sicuro di non essere più
quello che ero – ovvero quello che
desideravo avere o essere?
Sicuro non sono sicuro è che
non riesco a pensarmi diverso
non riesco a inseguire un rimpianto
e se ti ricordo è perché io uso il ricordo
per fare di me e in parte di te
una specie di quadro
che ributta il vissuto deformato
picassianamente
e il tuo naso
è un triangolo scaleno
e la mia mano che cerca la tua

è una mano di meno. 

2 commenti:

melusina ha detto...

Ma che bellezza!

Luca Massaro ha detto...

Ma che gentilezza :-)