Marc Chagall, Il poeta, 1911 |
Mi
bruciava la voglia
di
vederti
di
assalirti col fuoco
che
avevo dentro
sai
quale: quello che
spesse
volte respingevi
perché
non seguiva le impronte
del
tuo desiderio.
Ero
folle
ero
mente e tu non riuscivi
a
mentirmi – i tuoi lineamenti
non
lo consentivano
e
così
fosti
crudele almeno mi parve
tu
lo fossi in quel momento
particolare
d'inverno in cui
chiudermi
fuori dal tuo dentro
fu come destinarmi
al
congelamento.
Infatti
ebbi lacrime che
come
quelle della Caina
subito
mi si diacciarono in volto.
Non
potevo credere
che
la tua bocca potesse ricevere
lacrime
e seme di un altro.
Ma
non seppi chiudermi abbastanza
da
far sì che le lame fredde del gelo
mi
togliessero
la
voglia di vivere. Il cielo
prometteva
comete e la mia saliva
cercava altre mete da dissetare.
E
tu facesti bene
a
fare cosa hai fatto
dacché
se non lo avessi fatto
io
non mi sarei disfatto
di
me com'ero allora.
Ma
sono sicuro di non essere più
quello
che ero – ovvero quello che
desideravo
avere o essere?
Sicuro
non sono sicuro è che
non
riesco a pensarmi diverso
non
riesco a inseguire un rimpianto
e
se ti ricordo è perché io uso il ricordo
per
fare di me e in parte di te
una
specie di quadro
che
ributta il vissuto deformato
picassianamente
e
il tuo naso
è
un triangolo scaleno
e
la mia mano che cerca la tua
è
una mano di meno.
2 commenti:
Ma che bellezza!
Ma che gentilezza :-)
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