sabato 7 settembre 2013

Risposte da studente

Piccola premessa: sono un anticatalogatore indefesso; non riesco a collezionare niente, a ordinare, a protocollare; per fogli, certificati, ricevute da conservare sono una frana; ogni agenda che comincio segnando cose (appuntamenti, impegni di lavoro), dopo un pochino, la lascio confondersi nella polvere.

Anche per i libri, che conservo nei piani degli scaffali a parete della mia modesta biblioteca, non ho proceduto a un ordine specifico: essi sono un po' così, alla rinfusa. Certo, ho posizionato in evidenza quei pottoni degli Adelphi, i supercoralli einaudiani, qualche sparuto meridiano e altri con cofanetto; tuttavia, il resto dei libri, dopo un primo tentativo di ordinare per argomento, ha trovato un'allocazione che non rispetta un canone preciso, se non quello della costrizione fisica determinata dal formato e dall'altezza del volume da inserire nei vari ripiani.

Tale premessa per dire che anche per quanto riguarda i brani che frequentemente uso come materia prima dei miei post, non ho un catalogo apposito, ordinato per temi, da usare alla bisogna.
Di solito estraggo brani o citazioni da libri che sto leggendo, oppure prendo a caso qua e là dalla mia piccola biblioteca o da altre, pubbliche, nelle quali mi muovo sovente a naso e a caso.
E svelo un minimo arcano: non sempre, ma molte volte, tra quanto leggo e quanto esperisco noto una corrispondenza, oppure un aiuto alla comprensione e/o alla interpretazione della realtà.

Bene, tutto questo pippone per dire che oggi, mentre leggevo il Faust di Goethe e mentre pensavo a come rispondere alle domande di quel “vecchio consevatore” di Prezzolini – domande che mi ha regalato, con una preziosa dedica, quel gran genio di Luigi – mi sono imbattuto nel dialogo tra Mefistofele e uno scolaro matricola (tradotto nell'edizione Einaudi con Matricolino), ossia un giovane potenziale alunno di Faust che vuole iscriversi alla sua scuola proprio dopo che il maestro ha stretto il patto con Mefistofele. Bene, Faust, non sentendosi in grado di riceverlo, affida a Mefistofele la faccenda. Abbiate pazienza: ma prima di leggere il seguente dialogo, leggete per favore le domande di Prezzolini.






Letto? È una forzatura ritenere che se a Prezzolini, nel formulare le domande, fosse tornato alla mente Mefistofele che si finge Faust (il prof. Faust), egli, anziché mettersi nei panni di un professore di filosofia si sarebbe messo nei panni del diavolo?

***

Benché abbia più l'età da professore (non lo sono) che da studente, fuori dis-corso provo a rispondere a Prezzolini, seguendo l'elenco delle sue domande:
1.La prima risposta è facile: copio e incollo quanto Luigi  ha riportato di Perelman e commentato nel suo (attualmente) penultimo post.
2. Il «richiamo alla realtà della vita»: aldilà della formulazione filosofica bergsoniana, penso che esso sia avvertito da ogni umano cosciente di vivere. Ma la vita è dentro un tempo, ha una durata e l'intensità della partecipazione alla vita, la produzione di “vissutezze” non dev'essere tale da impedire il ricordo e la riflessione sulla vita stessa, perché è mediante il ricordo e la riflessione, ovvero nelle distese di tempo in cui “sembra” di non vivere, che i vissuti partecipati vengono percepiti, ancor più, come tali.
3. L'universo è composto di caso e necessità, perlomeno quella parte di universo che finora gli umani sono stati in grado di conoscere. Per riprendere Mefistofele: «Il Tutto è buono solo per un Dio!». Dunque, se Dio non esiste (più), non esiste neanche il Tutto.
4. Lo specchietto sociale che dovrebbe adottare lo Stato? Questo attuale della democrazia liberale è perfetto per catturare noi allodole votanti che esprimono, una volta ogni tanto, il loro potere.
5. Risposte secche multiple all'ultima domanda (che ne contiene tre): a) Alla ragione; b) può darsi riescono meglio, ma finora non sono mai riuscito ad affidarmi a qualcosa che cozzava contro la ragione; c) dovrebbero andare insieme sempre coraggio e intelligenza, dato che il primo senza la seconda è spesso stupidità, e la seconda senza il primo è freddo calcolo.