lunedì 30 settembre 2013

Storia di un rossetto

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Quand'ero piccolo mia mamma aveva più o meno quei capelli, più o meno quel vestito e quel rossetto e io non capivo perché mia mamma si mettesse il rossetto solo alla domenica (non per andare a messa perché mia mamma a messa non ci andava né ci va) e non anche durante i giorni della settimana. In fondo il rossetto le stava bene, dava risalto alla sua pelle che facilmente si sarebbe abbronzata se avesse avuto il tempo di abbronzarsi. E invece al sole mia  mamma non ci poteva stare, si alzava alle quattro durante la settimana per entrare al lavoro alle cinque del mattino, faceva i turni in un lanificio che adesso non c'è più o meglio c'è solo una traccia di archeologia industriale dello stesso. Lanificio dove lavorava anche sua mamma, mia nonna, e suo padre, mio nonno, morto di tisi all'età di ventisei anni, quando mia mamma aveva sei anni e mia mamma è nata nel '31. Fate i conti. C'era quel pezzo di merda del Duce al comando. C'erano anche i fascisti, spazzatura umana che ancora non è stata ben incenerita dalla storia, i quali, durante la di lì a poco occupazione tedesca, avrebbero fatto le spiate ai nazisti per massacrare un po' di popolazione, ratatatatà.
Ma perché ricordo queste cose, quale senso? Nessuno.
Il rossetto, è stata colpa di quella confezione di rossetto, me lo ricordo bene quel rossetto che stava dentro il cassettone in camera di mia madre dove io, ragazzino, andavo a sbirciare cose senza un perché. Non ho mai avuto la tentazione di toccarlo, quel rossetto, figuriamoci di passarmelo sulle labbra, soltanto me lo ricordo, quel tubetto dorato, quel profumo di carminio, e mia mamma che se lo metteva per uscire alla domenica.
Forse sarebbe stato meglio se mia mamma fosse stata una puttana, avrebbe potuto mettere il rossetto più spesso. E poi avrei potuto effigiarmi realmente della qualifica di figlio di puttana, cosa che lei stessa ogni tanto mi dice quando la faccio arrabbiare o non soddisfo certe sue aspettative.

3 commenti:

astime ha detto...

Deh! Cosa mi fai ricordare!
Anche mia mamma portava i capelli così, era molto bella e metteva il rossetto. Spesso, quasi sempre, senza essere una puttana. Era del '35.
Io non mi limitavo a guardare i suoi cosmetici, li assaggiavo proprio. E mi piacevano molto.
Non amo i liquori dolciastri, ma, se mi capita a tiro, una slappata all'amaro Montenegro l'allungo: ha qualcosa che mi ricorda il sapore della sua cipria. :)
Buona serata

Luca Massaro ha detto...

Io preferisco il Lucano. :D
Buonaserata altrettanta.

siu ha detto...

Dunque tuo nonno ha avuto sua figlia, tua mamma, a vent'anni?
Mia mamma, nata nel 1908, mi ha messa al mondo quando ne aveva quaranta. Ha sempre vestito elegante (non come me), tutti i giorni quando usciva metteva il rossetto, e al caffè con le amiche le piaceva fumare qualche sigaretta. Aveva un bell'accendino, piccolo, piatto, pesante, di metallo colore dorato, che adesso sta in una mia vetrinetta.
Sono trent'anni che lei non c'è più e io ogni anno, nel giorno di fine dicembre in cui se n'è andata, lo riprendo in mano, lo soppeso, lo guardo, e mi dico che ormai il gas che c'era dentro sarà per forza finito, svaporato, definitivamente consumato, mi dico non è possibile che ancora si accenda... Ogni volta, alla fine, ci provo. E ogni volta, fino all'anno scorso, si è acceso: con fiamma sicura e gagliarda, come fosse ieri.
Fra tre mesi ti dico...