«Giovanni aveva raccontato che nel tram, sul quale era rincasato, aveva assistito ad una scena penosa. Una donna ne era scesa quando il veicolo era ancora in movimento e tanto malamente da cadere e ferirsi. Giovanni descriveva con un poco di esagerazione la sua ansia all'accorgersi che quella donna s'appressava a fare quel salto e in modo tale che era evidente sarebbe stata atterrata e forse travolta. Era ben doloroso di prevedere e di non essere più in tempo di salvare.Io ebbi una trovata. Raccontai che per quelle vertigini che in passato m'avevano fatto soffrire, avevo scoperto un rimedio. Quando vedevo un ginnasta fare i suoi esercizi troppo in alto, o quando assistevo alla discesa da un tram in corsa di persona troppo vecchia o poco abile, mi liberavo di ogni ansia augurando loro dei malanni. Arrivavo persino a modulare le parole con cui auguravo loro di precipitare e sfracellarsi. Ciò mi tranquillava enormemente per cui potevo assistere del tutto inerte alla minaccia della disgrazia. Se i miei augurii poi non si compivano, potevo dirmi ancora più contento.»Italo Svevo, La coscienza di Zeno, 1923 (cap. 5, “La storia del mio matrimonio”).
Se, per un certo periodo, sono stato politicamente ansioso come Giovanni Malfenti (amico e futuro suocero di Zeno), dopo le elezioni dello scorso febbraio, comprese la rielezione di Napolitano e la nascita del governo Letta, per togliermi di dosso ogni tipo di ansietà, ho adottato il metodo Cosini; però non riferendolo ai ginnasti o alle persone anziane che scendono dal tram, bensì alle giravolte e alle capriole che il Partito Democratico compie dentro il tendone da circo della politica italiana.
Tuttavia, a differenza di Zeno, se i miei auguri di precipizio e sfracellamento non si compiono, non posso dirmi “ancora più contento”.
4 commenti:
Come non condividere con te e indirettamente con Zeno, e in progressione supersonica ogni giorno che passa, questa forse opinabile ma sacrosanta forma di saggezza... Tutto è ormai sottosopra ma forse niente di troppo nuovo è sotto il sole, tant'è vero che da più di più di un parente, collega e conoscente Svevo veniva designato come "quel mona de Schmitz".
Anch'io ero politicamente ansioso a livelli direi demenziali. Durante lo strazio della ricerca di un presidente adatto a questa repubblichetta da strapazzo avevo addirittura le palpitazioni per lo sdegno. Quando Napolitano è stato rieletto ho detto basta. Questo paese non è salvabile (così come è), mentre la mia salute lo è. Questione di priorità. Ho smesso di pensare a queste canaglie (come si sarebbe detto nell'ottocento), perché non mi faceva bene. da allora evito accuratamente Ballarò, Porta a Porta, Piazza Pulita, TGcom, Rainews, oltre a non toccare neanche un quotidiano. Ho smesso anche di guardare Letterman su Rai5 dopo un suo commento da tipico idiota americano sui presunti gasamenti in Siria. Dato che siamo circondati da sciacalli, vipere e merde (dis)umane, l'unica difesa che posso intraprendere è occuparmi di cose che mi danno piacere.
Può sembrare un comportamento esagerato, ma da quando ho cominciato questa pratica di igiene mentale sto molto meglio. Preoccuparmi di cose che non posso cambiare non mi fa bene. Preferisco concentrarmi su quello che posso cambiare.
PS. Zeno Cosini è uno dei miei eroi preferiti. La malattia universale che si risolve con una bella bomba finale ... Una bella preghiera della serenità.
Ciao
Pensando a quello che dice Massimo, un po' lo invidio. Perchè io è da anni che vivo benissimo senza TV, però non sono e temo non sarò mai capace di non seguire sui giornali in rete e per radio ciò che fa e ciò che non fa la banda di egoisti decerebrati e criminali che si trastulla ormai definitivamente con le sorti del Paese esattamente come se fosse un loro giocattolo personale. E mi devasta, ma non riesco a smettere.
Vi ringrazio entrambi di cuore.
Io sono sulla strada di Massimo, più o meno. Con meno, perché anch'io ogni tanto sbircio e smadonno, ma soprattutto: perché non riesco a concentrarmi molto su quel che posso cambiare, a parte alcune mie piccole abitudini...
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