mercoledì 8 giugno 2011

Non facciamoci riconoscere


Liberi servi in incognito, finti carbonari, giocatori di mosca cieca con le fette di salame sugli occhi al posto della benda, compatiti companatici, non preoccupatevi: vi si riconosce benissimo
La salvezza non viene da Berlusconi, non è mai venuta, di nessun genere: né politica, né civile, né intellettuale. Forse esiste solo la salvezza dei fuggitivi, di coloro che resistono rifugiati sotto l'ombrello di un immenso patrimonio economico-finanziario costruito sul monopolio sul raggiro legislativo-giudiziario. 
È inutile richiamare il padrone affinché egli insuffli nel Paese lo spirito del Novantaquattro; e questo dacché lo spirito non ha mai abitato gli uomini rosi dalla malattia dell'ambizione e del potere a tutti i costi. Essere abitati dallo spirito vuol dire saper fare a meno di se stessi, ovvero sapere quando è il momento di fermarsi, dire basta, la partita è finita, andate avanti che io sono stanco.
E invece gli uomini che non sanno fare un passo indietro, che non sanno guardarsi nello specchio per ridere della propria miseria perché sono perdutamente innamorati di se stessi, sono condannati ad andare avanti finché non capiranno, come Narciso, la follia del loro amore.
A volte, però, può persino capitare essi affoghino nella pozza di un loro sputo.

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