sabato 31 dicembre 2011

Buon culo a tutti

Non sono capace a fare gli auguri, non me l'hanno insegnato da piccolo e il mio cuore, crescendo, non è che sia diventato maggiormente disposto ai convenevoli. Stamani, per esempio, mentre prendevo del pane alla gastronomia di un supermercato, la commessa porgendomelo (il pane), mi ha detto auguri. Auguri perché? volevo risponderle, poi ho visto la fila al banco del pesce. Alla cassa, davanti alle prime pagine dei giornali, pensavo a Sallusti e ai redattori del Giornale: chissà su quali sedili ergonomici di Audi, Bmw o Mercedes appoggeranno i lor culini stretti per andare a Courmayeur o Cortina per l'ultimo dell'anno. Io penso che al Vernacoliere siano dimolto incazzati della concorrenza sporca del Giornale. Consiglio vivamente il direttore Mario Cardinali di pensare a un'edizione quotidiana per stracciare dilettanti ineleganti che non hanno il senso del ridicolo. Ho pensato di regalarmi una peretta arancione per il nuovo anno. Porta bene, pare, avere il culo lindo vista la situazione incresciosa in cui ci siamo, economicamente, messi. Come sostiene tra le righe il mensile livornese, infatti, sarà l'anno del culo. Apriamo, quindi, le porte alla speranza.

P.S.
È morto don Verzè: poveri pappagalli, spero tanto che la fondazione San Raffaele non se ne dimentichi o, peggio ancora, li destini alla vivisezione per paura che parlino.

4 commenti:

Crisa ha detto...

A me far gli auguri piace. A natale per convenzione a capodanno con allegria :-)

Per rimanere in tema con il tuo post:
http://cristianalonghi.files.wordpress.com/2011/12/748a5532e2a4d64f9546e1a8aed120611.jpeg

Cristiana

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

Il 2011 in zona Cesarini recupera un po' si stima. "E a culo tutto il resto."

Gians ha detto...

Stammi sù, che di Don Verzè da noi abbondiamo. Buon nuovo anno.

Luca Massaro ha detto...

Grazie a tutti voi, auguri e prosperità per l'anno a venire.
Un particolare grazie a te, Cristiana, per il delizioso derrière al quale, volentieri, mi attacco.

«Gaudeamus igitur iuvenes dum sumus.
Post iucundam iuventutem
post molestam senectutem
nos habebit humus!»