domenica 5 febbraio 2012

Attraverso il sistema del debito pubblico



«Presso i popoli uscenti dal Medioevo la proprietà tribale si evolve attraverso diversi stadi – proprietà fondiaria feudale, proprietà mobiliare corporativa, capitale manifatturiero – fino al capitale moderno, condizionato dalla grande industria e dalla concorrenza universale, alla proprietà privata pura, che si è spogliata di ogni parvenza di comunità e che ha escluso ogni influenza dello Stato sullo sviluppo della proprietà. A questa proprietà privata moderna corrisponde lo Stato moderno, che attraverso le imposte è stato a poco a poco comperato dai detentori della proprietà privata, che attraverso il sistema del debito pubblico è caduto interamente nelle loro mani, e la cui esistenza ha finito per dipendere del tutto, nell'ascesa o nella caduta dei titoli di Stato in Borsa, dal credito commerciale che gli assegnano i detentori della proprietà privata».

Karl Marx-Friedrich Engels, La concezione materialistica della storia, 1845-6

Quando Marx ed Engels scrissero questo libello, l'Italia non era ancora uno Stato unitario.
Ora, lasciamo perdere il regime monarchico; ma quando nacque la repubblica, i costituenti – tra i quali c'erano anche persone che avevano presenti le parole su riportate – non potevano prevedere un articolo che rendesse incostituzionale un indebitamento pubblico troppo elevato e che impedisse alla politica di comprare il consenso elettorale con l'aumento dissennato della spesa pubblica?

11 commenti:

giovanni ha detto...

Rendere incostituzionale il debito pubblico è come vietare la vendita di corde e sapone perché c'è chi si impicca.

Luca Massaro ha detto...

Ok, ma io ho detto che avrebbero dovuto prevederne un "limite" di sostenibilità, di "solvenza" senza farsi legare le palle dai cravattari della finanza mondiale.

giovanni ha detto...

Sì lo so, è che non ho resistito. D'accordo su un limite e sul passivo solo in casi eccezionali.
Il problema è che da noi l'eccezionalità sia regola.
Ciao

astime ha detto...

Premetto che sono un'analfabeta o quasi (in parte di ritorno) sull'argomento. La tua citazione (illuminante) mi ha ricordato che, al momento, qui e ora, i migliori analisti restano i preti. :) Infatti, alle prime avvisaglie di crisi, hanno preferito investire in oro, oro che è più che raddoppiato negli ultimi 5 anni sul dollaro. Questo per dire che, per me, sarebbe interessante capire quanto questa crisi debba al passaggio dal gold standard al dollar standard (circa quarant'anni).
Buona domenica

Luca Massaro ha detto...

Sempre stati diavoli della finanza i vescovi e i prelati. ;-)
Buona domenica pomeriggio, sera (seriggio) anche a te.

Simone ha detto...

articolo 81 della VIGENTE Costituzione dal 1 gennaio 1948 (la Merkel non era ancora nata...):

"Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte"


A me pare chiaro che il limite ci sia, scriverlo di nuovo non serve a nulla se poi con vogliamo rispettarlo

Sinceramente accusare i costituenti di aver regalo il Paese alla speculazione finanziaria e´ veramente un completo travisamento della storia.

Luca Massaro ha detto...

L'articolo che tu riporti (e ti ringrazio) non mi pare indichi un limite al debito, anzi: lo giustifica, giacché il fare debito diventa il mezzo per "legiferare" e "governare".
Comunque, interpretazioni costituzionali a parte, non mi sembra di aver lanciato tali accuse ai costituenti, bensì ho detto che (soprattutto i "marxisti") hanno peccato di mancata lungimiranza "finanziaria" alla luce delle parole di Marx scritte un secolo prima della stessa Carta Costizionale.

Olympe de Gouges ha detto...

c'era qualcosa che non mi tornava in questo brano, ed infatti non termina così l'ultima frase, ma così:

A questa proprietà privata moderna corrisponde lo Stato moderno, che attraverso le imposte è stato a poco a poco comperato dai detentori della proprietà privata, che attraverso il sistema del debito pubblico è caduto interamente nelle loro mani, e la cui esistenza ha finito col dipendere del tutto, nell’ascesa o nella caduta dei titoli di Stato in Borsa, dal credito commerciale che gli assegnano i detentori della proprietà privata, I BORGHESI.

poi il paragrafo prosegue così:

Per il solo fatto che è una classe e non più un ordine, la borghesia è costretta a organizzarsi nazionalmente, non più localmente, e a dare una forma generale al suo interesse medio. Attraverso l’emancipazione della proprietà privata dalla comunità, lo Stato è pervenuto a un’esistenza particolare, accanto e al di fuori della società civile; ma esso non altro che la forma di organizzazione che i borghesi si danno per necessità, tanto verso l’esterno che verso l’interno, al fine di garantire reciprocamente la loro proprietà e i loro interessi.
--

come vedi la risposta alla tua domanda era implicita nel testo dell'Ideologia tedesca (La concezione materialistica della storia è un titolo editoriale recente).

scusa la pignoleria

Luca Massaro ha detto...

@ Olympe.
Hai ragione, ho omesso volutamente la parola "borghesi" perché borghesi lo siamo oramai tutti, nei limiti dei nostri desideri. Avrei voluto scrivere: "padroni", oppure "potenti", ma ho evitato.
Ti ringrazio poi per aver riportato il brano che segue. Io mi sono limitato al primo solo per far emergere quella frase sul debito.

Luca Massaro ha detto...

@ Olympe, di nuovo.
Non ho niente da scusarti, anzi.
Avevo perso l'ultimo tuo dire.
Aggiungo: è vero che la risposta era implicita nel brano che tu hai riportato, ma appunto! a scrivere la Costituzione c'erano anche dei "proletari", non solo dei "borghesi"
:-)

Olympe de Gouges ha detto...

un autore come Marx merita di essere citato nella sua itegrità

non siamo tutti dei brghesi anche se molti di noi, come usa dire, ci siamo imborghesiti nei modi e negli atteggiamenti, in qualche consumo marginale e soprattutto nel nostro modo di pensare e di considerarci

i padroni della fiat sono dei borghesi, gli operai che ci lavorano sono degli schiavi, per quanto si possano illudere diversamente

ciao