martedì 21 febbraio 2012

L'utero non è tuo e lo gestiamo noi


Tramite “mamma” Ocasapiens apprendo che in Virgina (U.S.A.) accadono queste cose votate a maggioranza. Mi domando se la Roccella e la Binetti (tanto per prendere due campionesse di bioetica) potranno prendere spunto per qualche proposta di legge analoga da portare in Parlamento.
E poi (immagino): chissà come starà esultando G. Ferrara; magari, stasera, si appunterà sulla giacca la spilla dello stato federato americano.
Nella parte inferiore dello stemma compare il motto latino Sic semper tyrannis ("Così sempre ai tiranni"), attribuito a Bruto, che l'avrebbe pronunciato durante l'assassinio di Gaio Giulio Cesare. All'interno di esso, invece, è raffigurata una donna abbigliata alla maniera delle Amazzoni, personificazione della virtù e dello stato della Virginia, ai cui piedi giace un uomo prostrato a terra, che rappresenta la tirannia e che tiene nella mano sinistra una catena e in quella destra una frusta.
Il despota in questione è, questa volta, l'utero: è troppo tempo, oramai, che nella società occidentale tiranneggia la Virtù della donna. Sia schiacciato, dunque, dacché esso non è proprietà individuale, ma collettiva, e coloro che ce l'hanno e che vogliono abortire (o vorrebbero avere il diritto di poterlo fare) è bene se lo mettano in testa Anzi: nella vagina.

18 commenti:

Minerva ha detto...

Ti faccio solo notare che pure in Italia per l'interruzione di gravidanza è già prevista l'ecografia transvaginale per poter fare l'IVG.
Il vizio della società occidentale è che si fanno tutti i fatti degli altri pure sulle questioni che riguardano le libertà personali di base, e celebrano in somma misura la 'vita', che in realtà è una cosa come un'altra della nostra quotidianità di cui fanno parte pure la 'libertà' e la 'morte' - a mio avviso con pari dignità di quella... Non vedo l'ora di isolarmi da questo contesto per sempre - e vada come deve andare.

Luca Massaro ha detto...

Cara Minerva, grazie della precisazione e delle parole che seguono, ma ti prego no, non isolarti: scrivi, parla, nel caso: grida.

Kisciotte ha detto...

Angosciante come certi diritti privati si abbia l'arroganza di metterli all'asta della decisione pubblica. Non bisogna mai abbassare la guardia o cedere di un millimetro di fronte a certe secche dell'intelletto umano.
Se ti interessa e non l'hai letto ieri anche Metil ha fatto un post a tema uterino.

Luca Massaro ha detto...

Grazie K. della segnalazione, mi era sfuggito il post di Metil e, in più, ignoravo - come precedentemente detto da Minerva - che in Italia esistesse tale obbligo per poter fare l'IVG.
Sarà dura recuperare in questo Paese a matrice vaticana.

melusina ha detto...

Non voglio fare polemiche su un argomento così spinoso, perché i punti di vista sono tanti e in via di massima cerco sempre di rispettarli, se non tutti, almeno la maggior parte.
Anzitutto, l'utero è l'utero e l'embrione è un'altra cosa. Si può anche arrivare a considerare il primo un organo di proprietà, come il naso o le tette, ma il secondo non è un'appendice o un calcolo renale.
Anzitutto, l'ovocita fecondato è un essere vivente perché ne possiede le caratteristiche canoniche (sancite dalla biologia, mica da me): è capace di crescere, riprodursi e morire. Come un seme di baobab, per dire. E come da un seme di baobab non può nascere altro che un baobab, così da un ovocita fecondato non può nascere che una persona, anzi quella e solo quella persona, con quel codice genetico univoco che detterà alla sua vita la maggior parte del suo destino.
Anzitutto dunque non parlatemi di aborto tanto alla leggera perché per me, come medico e comunque persona che si è occupata per anni di studi scientifici, quell'embrione è già una persona in tutto e per tutto e non può essere altro, a partire dal momento immediatamente seguente la fusione dei due genomi.
Anzitutto sono anima e corpo per la contraccezione, ci mancherebbe, e contro lo stupro, ci mancherebbe pure quello.
Anzitutto concordo che certi sistemi di dissuasione dall'aborto in donne stuprate siano barbari perché infieriscono su donne già profondamente traumatizzate e troppo fragili di fronte a una decisione così drastica. Inoltre dubito che simili sistemi potrebbero indurre alla riflessione anche donne non stuprate ma semplicemente pentite di aver iniziato una gravidanza, perché se non lo capiscono da sole non c'è niente da fare.
Per finire, accetto l'aborto solo per motivi terapeutici, quando sia evidente che la gravidanza mette a serissimo rischio la vita della madre, prospettando un nascituro orfano e un marito vedovo.
In tutti gli altri casi, posso non essere d'accordo ma mi astengo dal giudicare e lascio libertà di coscienza. Ricordo solo che i figli non desiderati si possono sempre rifiutare alla nascita, rendendoli immediatamente adottabili (e in America l'adozione è prassi ben più facile che in Italia, te lo posso testimoniare di persona).
Qui è melusina in modalità medico, non credente e solo incidentalmente donna.
ps: so già che mi pentirò di questo comizio, ma non riesco a stare zitta :-)

Luca Massaro ha detto...

Cara Melusina, non hai niente di cui pentirti. Per me è un onore (e un onere) ricevere le tue "modalità" (sfaccettature d'essere). Grazie.

casino online ha detto...

a volte meglio l'aborto se il bimbo deve nascere malformato o comunque vivere in una famiglia che non lo vuole e magari lo cresca davvero male

Marcoz ha detto...

Desidero fare una domanda alla gentile Melusina: cosa intende per "persona" (e, in particolare, persona "in tutto e per tutto")?

Luca Massaro ha detto...

Mi sembra un'ottima domanda, Marcoz. Credo che la «gentile Melusina» non mancherà di rispondere.

melusina ha detto...

Persona è un essere umano, e per me lo è a partire dalla fecondazione dell'ovulo, in quanto è da quel momento che assume in sé, fondendoli, tutti i caratteri genetici che si porterà addosso dopo la vita intrauterina. E oltre ai caratteri genetici, anche i diritti umani che reclamiamo per tutti. Come ripeto, un ovulo fecondato è una persona in potenza, e non potrà mai diventare altro, a meno ovviamente di stopparlo. Sui motivi per decidere questo stop si può discutere, purché si discutano uno per uno all'interno del singolo contesto, ma non riesco, non posso proprio accettare l'idea (la scusante) che "si tratta solo di poche cellule e non di una persona". Scientificamente, è una persona, e come vedete non parlo di anima, di spirito o di religione (non sono credente), ma solo di scienza.

Marcoz ha detto...

Mi auguro che in quel "gentile" non si percepisca ironia, perché non intendevo farne.
Pensavo invece alla gentilezza dei modi dell'autrice del commento e all'impegno profuso per sintetizzare la sua opinione su di un argomento complesso, evitando la prolissità.

Luca Massaro ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Luca Massaro ha detto...

@ Marcoz
Io non ho percepito nessuna velatura ironica nel “gentile”, e se l'ho messo prima tra virgolette è per sottolineare, a fortiori, che Melusina gentile lo è veramente.

Riguardo alla sua risposta, chiamo in appello il medico Melusina: se tu fossi, mettiamo, una ginecologa saresti quindi una obiettrice di coscienza?

Marcoz ha detto...

Grazie per la risposta.
Purtroppo, temo di non essere d'accordo. "Persona" è una categoria filosofica, non un dato scientifico. Al massimo, la scienza può darci gli strumenti per indagare se ci troviamo di fronte alla persona (qualsiasi cosa essa sia).

La caratteristica biologica di "essere umano", di cui dispongono innegabilmente l'embrione e il feto, non è sufficiente a definire una persona titolare di tutti i diritti reclamati dagli esseri umani nati e sviluppati; diritti che, tra l'altro, si maturano progressivamente anche dopo nati o che, a volte, non potremo mai avere (per esempio, un forte ritardo mentale, mi impedirebbe di avere diritto a una patente di guida).
E il DNA unico non viene molto in aiuto, per definire la persona: come la mettiamo con i gemelli omozigoti? Sono la stessa persona?

Inoltre, con un piccolo esperimento mentale, ci si rende pure conto che "essere umani" non è neppure necessario, al fine della persona: basti pensare a un animale che si evolve al punto da diventare senziente come gli uomini o all'ipotesi di incontrare un alieno che arriva da noi con un mezzo spaziale. Potremmo negare loro lo status di persona?

Quindi, a mio avviso, la "persona" va identificata con altri criteri, non con quelli del dato biologico della appartenenza umana e, nello specifico, del DNA.

melusina ha detto...

Non posso dire che come ginecologa sarei un'obiettrice a priori. Valuterei ogni singolo caso e sarei, questo sì, molto ma molto restrittiva (aborto terapeutico per motivi circostanziati di salute della madre; se il feto è malformato, credo che vorrei dargli comunque una chance, proprio perché credo nella medicina).
E aggiungo: in quella doppia elica di Dna non sono presenti solo i caratteri fenotipici (colore occhi, capelli eccetera) ma tutte le istruzioni circa lo sviluppo degli organi, compresi quelli sessuali e il cervello, prima ancora che si siano formati. Nel nostro corredo di base è già scritto cosa saremo: non solo biondi o mori, maschi o femmine o una via di mezzo, ma anche le nostre inclinazioni naturali, quelle che, salvo interventi di fattori esterni, faranno di noi dei geni o dei criminali. È un pacchetto completo, personale e unico, ed è quello che ci identifica come un codice a barre. Dunque metto fortemente l'accento sul concetto di identità, ed è per questo che ribadisco che val la pena pensarci bene, prima di buttar via l'acqua insieme al bambino.

melusina ha detto...

Marcoz, credo che filosofia e scienza siano due linguaggi diversi, per quanto entrambi basati sulla logica (in questo senso, più la filosofia, direi senz'altro, mentre la medicina non può certo dirsi una scienza "esatta" come la matematica). Nel linguaggio filosofico non mi addentro perché lì sono balbuziente, per non dire analfabeta. Quando dico persona=essere umano uso termini della lingua italiana nella loro accezione primaria e più semplice. E qui stiamo parlando di prodotti della procreazione fra umani, di embrioni e di feti. Cose che si vedono e si toccano, come piace a me. A essi riconosco - ma è il mio sentire e non lo prèdico al mondo - i diritti primari quali la vita, le cure, il rispetto. In particolare perché completamente indifesi e dipendenti.
Quanto ai gemelli omozigoti, sono geneticamente uguali ma restano due entità distinte.
E quanto agli animali (non occorre che siano evoluti, mi va bene anche il toporagno) riconosco loro diritti assai simili a quelli umani (vita, cure e rispetto) seppure con tutte le considerazioni pratiche del caso. Gli alieni non li ho ancora studiati :-) ma credo che, nell'ambito della loro specie non-umana andranno considerati persone anche loro. Poi magari arriveranno qui già con una loro etica, anche sulle interruzioni di gravidanza, e staremo a sentirli.

Marcoz ha detto...

Melusina,
il problema è proprio questo: soprattutto quando si affrontano temi come questo, utilizzare le consuete e primarie accezioni dei termini senza analizzarne il significato profondo e valutarne le inevitabili implicazioni, vuol dire permettere alla tradizione di condizionare i nostri giudizi senza opporre troppa resistenza (a proposito di accezioni, di "tradizione" faccio un uso molto esteso).

Ci sarebbero altri dettagli, nei tuoi due ultimi commenti, che mi lasciano parecchio perplesso (soprattutto perché dici di essere un medico), tuttavia mi limito a prendere in considerazione dove scrivi "è il mio sentire" e me lo faccio bastare.

Grazie per la chiacchierata
Saluti

melusina ha detto...

Grazie a te e alla paziente ospitalità di Lucas. È un bel posto, questo.