venerdì 3 febbraio 2012

Quota bene sennò t'affoghi

Esistono tante cose nel mondo che noi umani diamo per scontate: entrare in borsa, per esempio. Che lo faccia anche Facebook, quindi, sembra un evento naturale. Ora, considerato che Facebook è conosciuto pressoché da tutta la popolazione mondiale giovanile, credo sarebbe opportuno che qualcuno spieghi, a  una parte di essa incuriosita dalla faccenda, le ragioni per cui Marco Zucchenbergo, unico proprietario della suddetta società, si sia risolto a ciò.
Ch'egli lo faccia affinché molti investitori comprino quote di capitale per dare la possibilità a Facebook di espandersi ulteriormente, dimodoché - dipoi - tali azionisti possano passare all'incasso dei divedendi (in caso di “crescita”) oppure no - ecco... secondo me c'è dell'altro.
A me sembra, insomma, che questo modo di procedere del capitalismo sia diventato un atto di fede, e che gli umani possano e debbano trovare (escogitare) altri modi per produrre ricchezza e benessere. Soprattutto: per smetterla di votarsi a Wall Street nella stessa misura in cui, un tempo, i nostri avi si votavano ai vari dèi di vari Templi (anche se molti si recano nei Templi di varie fedi tutt'oggi, senza crederci troppo, beninteso).

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