martedì 7 febbraio 2012

Silenzio di burro cacao


Mattino ad Arcetri.
Si appannano i vetri
a vederti così –
così subito bella.
Mi mostri una stella
coperta di nubi
che passa tra i tubi
del telescopio, riflessa.
Vorresti te stessa
che uscisse
dal sistema solare.
«Lo puoi fare – ti dico –
se solo la smetti
di girare intorno all'ellisse».
Ti chiamo per nome
e mi sembra che sia
la prima volta che lo faccio.
Mattino ad Arcetri di ghiaccio.
Si entra nel buio
tanti girini-particelle
di raggi cosmici
guizzano nello schermo nero.
Ti leggo il pensiero
se ti guardo negli occhi.
Se mi guardi negli occhi
mi leggi il pensiero.
A girare intorno al sole
a velocità diverse
succede che due anime perse
non si trovino più sole
un giorno, ma allineate.
Dura poco, concordo.
Ma quello che strappi
alla vita diventa ricordo.
Credo che tu lo sappia
questo. Allora vieni
usciamo da questa gabbia,
prendiamo insieme la rincorsa
stringiamoci per allentare
del gelo la morsa –
similitudine grama, concordo,
ma tanto qui nessuno
ci sente o ci chiama
forse solo Nettuno, ma è sordo.
Questo vento ci spiazza:
fatichiamo a parlare
e le labbra si muovono lente.
Silenzio di burro cacao.
Se ora ti bacio mi prendi per pazzo.
Se ora mi baci ti prendo per pazza.
«Vuoi che ti accompagni?»
«No grazie, ho l'auto
parcheggiata là in piazza».

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