venerdì 6 aprile 2012

Assolutamente no


Silvio non si candida. Lo dichiara espressamente rispondendo all'unica domanda riportata dell'intervista rilasciata al quotidiano isareliano (sic!) Yedioth Ahronoth (e che il sito Forzasirvio diffonde agli iscritti alla newsletter come me).
Dopo tale solenne dichiarazione, Silvio Berlusconi esclude, altresì, di candidarsi a premier alle prossime elezioni politiche, ma di voler soltanto continuare a fare il padre fondatore del partito. Di poi, parlando dei suoi futuri progetti, dopo questa premessa,
Nel momento in cui ho deciso di scendere in politica per salvare l'Italia dal comunismo ho consegnato le mie aziende ai miei figli e ai bravissimi manager che erano cresciuti con me. Non torno indietro.
Silvio Berlusconi dice che si dedicherà in prima persona e al Milan e all'Università della Libertà (una sorta di università dell'età libera i cui “professori” saranno i protagonisti della politica internazionale, Blai, Bush jr. e Putin compresi - ma questi nomi li aggiungo io, così a occhio).
C'è, poi, questa dichiarazione toccante:
Sto anche mettendo a punto una fondazione per realizzare ospedali per bambini nel mondo. Ma di questo vorrei parlare un'altra volta...
seguita da un ultima precisazione sulla vicenda che lo portò alle dimissioni
Non c'è stato nessun complotto internazionale contro di me. La decisione di dimettermi da presidente del Consiglio è stata frutto di un ragionamento che abbiamo svolto guardando all'esclusivo interesse del Paese. Sono orgoglioso di questa decisione, alla quale non ero tenuto, perchè il mio governo godeva e gode ancora della maggioranza in Parlamento e non è mai stato sfiduciato.
Di poi Berlusconi, visto che sta parlando a un giornale straniero, tocca alcuni temi di politica estera. Dalla crisi dell'euro al salvataggio della Grecia, dalla situazione siriana (in cui si augura che Assad lasci come lui la guida del suo paese), a quella iraniana (in cui avvisa che, nel caso in cui davvero l'Iran si dotasse di bombe nucleari, Obama farebbe bene a intervenire militarmente), per concludere con un pensiero, che sembra un modo per pararsi il culo circa la sua amicizia col dittatore Gheddafi (sicuramente qui l'intervistatore avrà fatto una domanda maligna, censurata dal sito forzasilvio):
In Libia non c'è stata una rivoluzione dal basso, ma una lotta di potere alimentata da ex ministri che Gheddafi aveva allontanato. Gheddafi è stato certo un dittatore, ma ha goduto di un tasso molto alto di consenso interno e ha avuto il merito di aver fermato l'espansione dell'Islam radicale e rappresentato - almeno negli ultimi annì - un argine in Africa contro Al Qaidà: motivo per il quale tutti i Paesi occidentali riallacciarono i rapporti con lui. Ho provato disgusto e dolore dinanzi alle immagini del suo linciaggio: perché anche i dittatori avrebbero diritto a un processo giusto.
Nell'ultima frase si legge, a mio avviso, una certa autoreferenzialità, pensando soprattutto al giorno, per lui funesto, delle dimissioni e delle urla di gioia e di insulti di una (quasi) intera nazione.

A parte.
Chissà, forse tra qualche mese anche Bossi discetterà di politica estera. Farebbe presto, d'altronde. A sud del Po, per lui, son tutti stranieri.

2 commenti:

melusina ha detto...

Fra qualche mese Bossi farà un altro ictus. Troppi sigari e troppe incazzature.

Kisciotte ha detto...

Beh, per i bambini c'è già la Fondazione Milan che finanzia progetti in Africa ecc.
Anche se io confido che sotto sotto i soldi vengano dirottati almeno in parte per finanziare la campagna acquisti estivi della prima squadra.
È per questo che ogni anno le devolvo il cinque per mille. Sempre col timore strisciante che i miei soldi finiscano veramente in mattoni d'ospedale.