venerdì 13 aprile 2012

La donna è l'avvenire dell'uomo

Come tanti indoeuropei dell'ultimo quarto di Novecento, la prima volta che vidi la vagina fu in fotografia (non considero quando nacqui; avevo – pare – gli occhi chiusi). Non ricordo esattamente le impressioni che ne ricavai, di eccitazione, senz'altro. Tuttavia, non ci volle molto per capire che il vederla da un punto di vista pornografico non significava conoscerne il funzionamento. Il dibattito tra coetanei sconfinava sempre sulle leggendarie prodezze dei vari utilizzatori finali e non andava mai ad analizzare, in profondità, il funzionamento della stessa. Ascoltavo tra il divertito e lo schifato l'oggettivazione della suddetta, la dovizia dei particolari, ma tutti prettamente da un punto di vista maschile, molto limitato e parziale quindi. Lessi anche vari libri pseudo seri sul tema, di quelli che si trovavano in vetrina al Club del Libro, comprati quindi per corrispondenza e dove, si diceva, venivano svelati i segreti del piacere delle donne. Ebbi modo così di apprendere che esistono vari tipi di contraccezione e scopersi finanche che la donna, rispetto all'uomo, aveva il punto G. In seguito, ebbi modo di fare conoscenza personalmente con la stessa, mediante varie parti del mio corpo, occhio della mente compreso, per cercare il punto G appunto, come fosse una novella Atlantide. Ricordo perfettamente la sensazione della mia prima volta dentro, ma non è il caso di scendere ora nei dettagli dell'evento. Andiamo avanti. Cogli anni ho fatto conoscenza di alcune vagine, moglie compresa, e due parti annessi – anche se quest'ultima, come esperienza, sinceramente ora mi farebbe fatica ripetere. 
Vengo al punto: in tutta franchezza, quanta conoscenza ho io della vagina?
Non so perché, ma se io, per la vagina, ho sempre avuto un debole, non è per la cosa in sé e per sé, ma perché tale organo specifica il genere femminile: per intenderci, non me ne farei niente io di una vagina senza una donna intorno. In buona sostanza, l'attrazione mia verso le donne non è legata necessariamente al fare sesso, ma al fatto che reputo le donne abbiano qualcosa in più rispetto a noi òmini e che questo di più riempia il nostro meno e amplifichi il nostro essere sostanzialmente delle fave. Quel di più delle donne sono tutte quelle cose che le fanno belle: intelligenza, sensibilità, forza, padronanza di sé, delicatezza, fascino, corpo, eleganza, resistenza – e l'elenco potrebbe continuare. Ma – in seconda battuta – c'è un'altra cosa che ammiro (invidio?) nelle donne: la possibilità di avere orgasmi a ripetizione. Già, la donna, rispetto all'uomo, ha un potenziale orgasmico d'incomparabile ricchezza. Non è il caso di entrare nel dettaglio della questione, il punto è chiedersi (cosa che non avevo mai fatto) perché le donne, tra tutti gli animali, «sono le sole ad avere orgasmi d'intensità tanto forte quanto prolungata»? C'è una ragione in tutto questo? A cosa serve che le donne godano più di noi uomini?
Agnès Giard, riportando le tesi sostenute in questo libro, mi ha permesso di conoscere le ragioni più probabili di questo mistero evolutivo, anche e soprattutto sfatando quei luoghi comuni che, a tutta prima, potevano accontentare la mia superficiale curiosità maschile. Giacché:
  • non è vero che l'orgasmo femminile invoglia ad avere maggiori rapporti sessuali;
  • non è vero che l'orgasmo femminile intensifica la competizione spermatica;
  • non è vero che l'orgasmo femminile consente di selezionare il maschio migliore;
  • non è vero che l'orgasmo femminile stabilizza la relazione di coppia;
  • non è vero che l'orgasmo femminile aspira gli spermatozoi;
  • non è vero che l'orgasmo femminile impedisce alla donne di “alzarsi” subito dopo il rapporto in modo che lo sperma non cada basso come la mela di Newton.
Secondo tale studio, è probabile che l'orgasmo femminile non serva a niente – se non a far godere di più le donne (aggiunta mia). Traduco un estratto del libro riportato da Agnès Giard:

«A partire da una una stessa struttura di base, ci sono due sviluppi differenti […] I capezzoli maschili non servono a niente. Ciò nonostante, essi possono possedere o sviluppare una sensibilità prossima a quella dei seni femminili, semplicemente perché hanno un'origine e una struttura fisiologica equivalente. Allo stesso modo, la clitoride non serve a nulla, ma può possedere o sviluppare una capacità orgasmica semplicemente perché il cablaggio nervoso installato dall'inizio [dell'evoluzione umana] è lo stesso in entrambi i sessi. Le contrazioni orgasmiche hanno d'altronde esattamente la stessa frequenza di 0,8 secondi sia per gli uomini che per le donne, segno evidente di questa equivalenza funzionale. Gli uomini hanno i capezzoli perché le donne ce l'hanno. E le donne possono avere degli orgasmi perché gli uomini li devono avere.
Questa tesi è stata molto criticata dalla femministe perché relega la clitoride al rango di “prodotto derivato” e fa dell'orgasmo femminile un lusso inutile. Certe femministe più pragmatiche […] hanno al contrario considerato che si tratta di una buona notizia: si potrebbe finalmente coltivare il piacere al di fuori di ogni contesto morale o utilitarista, non avendo l'orgasmo femminile altro scopo che se stesso. Perché si dovrebbe screditare o ritenere insignificante l'orgasmo femminile se non avesse una funzione biologica? È la cultura che sceglie di valorizzare o meno il piacere della donna, la biologia non fa altro che dare gli ingredienti di base. La donna è l'avvenire dell'uomo, diceva il poeta. O almeno, l'orgasmo femminile discenderebbe dall'orgasmo maschile... grazie òmini!»

Siccome per certe cose sono curioso, ho preso la frase «la donna è l 'avvenire dell'uomo» e sono andato su Google a vedere chi l'avesse scritta. È Louis Aragon. Riporto:
« [...] dans un monde d'où l'idée même de Dieu est absente, je me permets de transcrire à ma manière la formule de Marx: "L'homme est l'avenir de l'homme", sous cette forme qui ne la contredit pas: "La femme est l'avenir de l'homme"
Sinceramente, vorrei fosse così. No, non vorrei diventare una donna, vorrei che l'umanità diventasse più donna. Anche per imparare a godere di più senza il fottuto bisogno di violare il mondo.

A parte
Sono arrivato in fondo al post e mi sembra di aver perso il filo. Cosa volevo dire? Che vorrei rimediare a questo gap che abbiamo con le donne? E come? Stuzzicandomi i capezzoli? Buonanotte.

8 commenti:

giovanni ha detto...

Il clitoride non serve a nulla.
Il clitoride serve al piacere.
Il piacere è nulla.
Anche le papille gustative non servono a nulla.
Non è, non deve assolutamente essere, il piacere lo stimolo a fare.
Approvato dalla Conferenza Episcopale Italiana

Luca Massaro ha detto...

Ché, per caso, tu voglia prendere la licenza per insegnare Religione Cattolica nelle scuole pubbliche?
:-)

Crisa ha detto...

Forse può interessarti :)Notte...

Riccardo Orlando ha detto...

In effetti, la frase che mi sentirei di condividere di più è l'ultima....Buonanotte.

melusina ha detto...

Siamo così,
dolcemente complicate...

Luca Massaro ha detto...

Grazie Crisa delle tue "tassonomie" che confortano la mia ammirazione per te e la donna in generale.

Luca Massaro ha detto...

Caro Riccardo, come non sei d'accordo con me che noi uomini siamo delle "fave"?

Luca Massaro ha detto...

Fai bene a cantare Melusina cara: a noi òmini non resta che ascoltarvi.