domenica 27 novembre 2011

Il sangue d'Europa

Non potendo andare all'Opera, stasera ho ripensato al Macbeth di Polanski, al fatto che il regista polacco scelse due giovani attori per interpretare il ruolo dei protagonisti perché più facilmente soggetti a scandalizzarsi a vicenda e cadere vittime del desiderio e della violenza.
E subito mi sono tornate in mente le mani di Lady Macbeth, mani lordate di un sangue che non se vuole andare.
Lady Macbeth può essere una buona metafora di molte situazioni storico-politiche. Pensiamo alla crisi economica, alla caduta di vari tiranni nel 2011, al cambio di governo. Chi, dei protagonisti, si sveglia la notte con gli stessi incubi tremendi di Lady Macbeth? Chi tenta di pulirsi invano le mani? 
Il discorso sarebbe ampio, è tardi, mi giustifico così. Ricordarsi solo che l'Europa, come il vecchio Duncan, ha già versato ed ha ancora tanto sangue nelle vene, e chiunque la pugnali sarà macchiato a vita.



Macbeth, Atto Quinto, Scena Prima


(Entrano un Dottore e una Dama della Regina)

DOTTORE: Ho vegliato due notti insieme con voi, ma non riesco a scorgere nulla di vero nel vostro racconto. Quando è stata l'ultima volta che essa si è levata a passeggiare?
DAMA: Da quando Sua Maestà è andata al campo, io l'ho vista alzarsi dal letto, gettarsi addosso la sua veste da camera, aprire con la chiave il suo scrigno, trarne fuori una carta, piegarla, scrivervi, leggerla, poi suggellarla, e tornarsene a letto. E tutto ciò mentre era nel più profondo sonno.
DOTTORE: Gran perturbamento dell'organismo, questo di godere ad un tempo il beneficio del sonno, e compiere gli atti della veglia. In questa agitazione del sonno, oltre al camminare e al compiere altri atti, le avete mai sentito dire qualche cosa?
DAMA: Ciò che io, messere, non voglio ripetere.
DOTTORE: A me lo potete, anzi è sommamente opportuno che lo facciate.
DAMA: Né a voi né ad alcun altro, poiché io non ho un testimone che confermi le mie parole. Guardate! eccola qui che viene.

(Entra LADY MACBETH con una candela)

Questo è il suo modo di fare consueto; e, sulla mia vita, essa è profondamente addormentata. Osservatela: non vi movete.
DOTTORE: Come si è procurata quel lume?
DAMA: Oh, lo aveva accanto al letto: essa ha sempre un lume vicino al letto; è un ordine suo.
DOTTORE: Vedete, ha gli occhi aperti.
DAMA: Sì, ma sono chiusi al senso.
DOTTORE: Che cosa fa ora? Guardate come si stropiccia le mani.
DAMA: E' un atto a lei consueto, questo di fare come se si lavasse le mani. Io l'ho vista continuare a far così per un quarto d'ora.
LADY MACBETH: C'è ancora una macchia qui.
DOTTORE: Zitti! parla: voglio prender nota di quanto le esce di bocca, per imprimermelo più fortemente nella memoria.
LADY MACBETH: Via, maledetta macchia! Via, dico Una... due: ecco, allora è il momento di farlo. L'inferno è buio! Vergogna, mio signore, vergogna! un soldato che ha paura! Che ragione abbiamo di temere che qualcuno lo sappia, quando nessuno può chiamare la nostra potenza a renderne conto? Ma chi avrebbe mai pensato, che quel vecchio avesse dentro tanto sangue?
DOTTORE: Sentite?
LADY MACBETH: Il signor di Fife aveva una moglie: dov'è ora? Come!
Queste mani non verranno mai pulite? Basta di ciò, mio signore, smettete: voi rovinate tutto con questi vostri sussulti.
DOTTORE: Andiamo, andiamo; voi avete saputo ciò che non avreste dovuto sapere DAMA: E' lei, che ha detto ciò che non avrebbe dovuto dire, ne sono sicura: lo sa il cielo, ciò che sa lei.
LADY MACBETH: Sempre odore di sangue, qui! Tutti i profumi dell'Arabia non basteranno a rendere odorosa questa piccola mano. Oh.... oh... oh!
DOTTORE: Che sospiro! Il suo cuore è dolorosamente oppresso.
DAMA: Io non vorrei avere nel petto un cuore come quello, per la dignità di tutto il resto della persona.
DOTTORE: Bene, bene, bene...
DAMA: Pregate Dio che sia così, messere.
DOTTORE: Questa malattia va al di là della mia esperienza: nondimeno, io ne ho conosciuti che nel sonno camminavano, e che poi son morti santamente nel loro letto.
LADY MACBETH: Lavatevi le mani, mettetevi la vostra veste da camera:
non siate così pallido. Ve lo dico ancora una volta: Banquo è seppellito; non può uscire dalla sua tomba.
DOTTORE: Proprio così, dunque?...
LADY MACBETH: A letto, a letto: bussano al portone. Venite, venite, venite, venite, datemi la mano. Ciò che è fatto non può esser disfatto. A letto, a letto, a letto. (Esce)

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