sabato 5 novembre 2011

Un atto d'indegnità

Ezio Mauro sa benissimo che Berlusconi non farà mai ciò che gli si chiede, soprattutto: ciò che Repubblica gli chiede. È quindi inutile suggerire a Berlusconi il dà farsi, anzi, è peggio, poiché se anch'egli, in un attimo di lucidità, avesse fatto un pensierino di compiere tutto quel tortuoso percorso istituzionale che lo porterebbe alle dimissioni, bene, ora che Repubblica glielo suggerisce, figuriamoci.
Berlusconi, agli atti di dignità, preferisce gli atti di Fede. 
Berlusconi è sulla stessa linea di pensiero di Sallusti - quella dei traditori. Vuole passare da martire, non da merda. E quindi andrà avanti - e se sarà sfiduciato in parlamento (ne dubito) continuerà a credere sia stato per colpa di (nell'ordine): traditori comunisti, magistratura stalinista, complotto demoplutogiudaico, la finanza internazionale, agguato mediatico e via discorrendo.

Ormai è appurato: Berlusconi è come il lupo, va preso (e lisciato) per il verso del pelo. Solo ubriacandolo di adulazioni si potrà, forse, ottenere qualcosa. Per cui intoniamo un'improvvisata lamentazione:

- Berlusconi non te ne andare, non ci lasciare soli! Proprio ora che siamo sull'orlo del baratro, della rovina, che lo Stato va a puttane e le inondazioni non danno pace! Berlusconi resta che forse mi s'incazzano anche l'esercito e la polizia e, quest'altra volta, i celerini si uniscono ai manifestanti! Berlusconi resisti! Solo tu, forse, che sai così bene esasperare il popolo, lo potrai spingere verso la rivoluzione.

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