domenica 27 novembre 2011

Vedersi alla virgola


«E mentre era lì che pensava, d'un tratto Fidelman ebbe l'impressione di vedersi com'era, alla virgola, di dentro e di fuori, non senza un piacere agrodolce, e mentre la ben nota immagine del suo viso sorgeva dinnanzi a lui, fu colpito dagli occhi, voragini di puro sentimento, un po' ingranditi dalle lenti, dalla sensibilità delle narici allungate e delle labbra, spesso tremanti: narici e labbra separate da un paio di baffi di recente produzione che, secondo lui, parevano scolpiti sul posto e accrescevano la naturale distinzione della sua figura, che pure tirava un po' sul piccolotto. Quasi subito, quella inattesa e vivissima percezione di sé - era più di una visione - si disperse, perché l'esaltazione se n'era andata dove di solito se ne va l'esaltazione, e Fidelman si accorse che c'era una causa esterna alla strana, quasi tridimensionale proiezione della sua persona che aveva visto, oltre che percepito».

Bernard Malamud, Pictures of Fidelman: an exhibition, New York 1958, ed.. it. La Venere di Urbino, Einaudi, Torino 1973 (traduzione di Ida Omboni)


Non so voi, ma a me càpita spesso la sensazione che il mio corpo non mi appartenga, che sia scollegato, che sia qualcosa che non c'entri con quello che sono e che penso. Sono momenti brevi, certo, ma reali, in cui per un attimo mi sento diviso. Anche oggi, seduto sul water, mentre pensavo e ponzavo, à la fois, un brivido mi ha percorso la schiena. Ho chiuso gli occhi ed è come se quello che succedeva non rientrasse a far parte della mia vita. La carta igienica che stava per finire mi ha riportato alla realtà. Ho preso quella usata come segnalibro sui dieci libri che tengo sullo scaffale Ikea del bagno. È più brutto perdere il senno che il segno. Tanto non sono uno che legge a diritto. Sono uno che salta (saltimbanco dell'anima mia) e, di solito, salta su pagine necessarie.
Per ritornare alla questione del corpo sospeso, staccato, e collegandola al pensiero che è stato prodotto e si produce in forma varia, soprattutto scritta: ogni frase di senso più o meno compiuto che produce una sensazione, o emozione, o semplicemente uno stimolo intellettuale è frutto della mente e del corpo di altri umani che, come me, forse anche loro per un attimo, hanno vissuto questa sensazione di separatezza. Per carità, niente di che, è come la questione dell'elettrone che gira intorno al protone e al neutrone e insieme (tutti e tre) formano l'atomo. Pensiero banale: la mente è l'elettrone e il corpo è il protone-neutrone e insieme formano l'io. È per questo che, a volte, i pensieri assomigliano tanto al giramento dei coglioni.

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