N.Y. marzo 1996 |
Quel perticone smilzo con un Borsalino in testa, occhiali tondi e scuri, i capelli lunghi, il loden tirolese, i Levi's chiari e i mocassini dell'aeronautica che gli aveva regalato un bis cugino tenente di stanza a Bracciano - mocassini che si erano macchiati dal sale gettato sulle strade (e i marciapiedi) dalla municipalità newyorchese dopo un'abbondante nevicata marzolina, e che mi feci poi pulire da un lustrascarpe proprio sotto le Twin Tower - beh, ero io.
Il futuro romanziere.
No, il romanzo è morto: al mattatoio gli hanno sparato e poi l'hanno dissanguato, eviscerato, appeso a testa in giù e sezionato.
Ma se stamani avevi detto.
Dire romanzo per me equivale a dire blog. A tirarla in lunga e in larga questa storia di tenerlo, il blog, secondo varie modalità narrative.
Ti tiri sempre indietro davanti alle tue responsabilità, altroché.
Ma no. Vedi, in quella vacanza di due settimane ospitati, “io e Annie”, da un caro amico, andai pure alla Columbia University dove erano installati, per ogni androne, delle postazioni di accesso ad internet, dalle quali potevo anche scrivere mail, a me stesso, dato che conoscevo solo io che aveva l'e-mail. Bene, fu lì che mi venne in mente di scrivere un ante-post, in attesa nascessero i blog.
Ma quando nacquero, ti tenesti alla larga.
Era un periodo in cui decrescevo felicemente, molto prima di Latouche.
Poi ti toccasti le palle e capisti che la felicità è più legata alla crescita.
Crescita d'amore, di John Donne (tradotto da Cristina Campo) prima strofa:
Credo appena il mio amore così puro
come l’avevo pensato
se, come l’erba, dura
vicissitudine e stagione.
Dunque tutto l’inverno mentii, quando giuravo
il mio amore infinito, se cresce a primavera.
C'è una formula matematica per stabilire se una vita è degna di essere vissuta? Esistono parametri dentro i quali si può rispondere sì e altri no? Pensavo al Formamentis e al suo tragico, al suo spavento, alla sua tribolazione e mi chiedevo, per esempio, se io e lui, in due letti distanti, seminudi, affidati a sapienti mani orientali che ci massaggiano un po' dove capita, potessimo trovare una sintesi a due diversi punti di vista.
1 commento:
sei una pertica, ragazzo in mocassini (un tempo non si portavano perché erano di destra, pensa un po' che tempi)
anche affidati a mani occidentali, il risultato non cambia se l'azione è da quelle parti
penso che formamentis stia cercando anche dell'altro, tuttavia credo che alla fine aderirà in qualche modo all'oriente più o meno manipolativo
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