sabato 1 marzo 2014

Addavenì Schultz

«Produzione, distribuzione, scambio, consumo formano così [secondo la dottrina degli economisti] un sillogismo in piena regola; la produzione è il generale, la distribuzione e lo scambio il particolare, il consumo l’individuale, in cui il tutto si conchiude. Ora, questa è certamente è una connessione, ma superficiale. La produzione [secondo gli economisti] è determinata da generali leggi di natura universale; la distribuzione dalla contingenza sociale, ed essa può pertanto agire in senso più o meno favorevole sulla produzione; lo scambio si situa tra entrambe come movimento formalmente sociale; e l’atto finale del consumo, che è inteso non solo come termine, ma anche come scopo finale, sta propriamente al di fuori dell’economia, fin quando non reagisce sul punto di partenza e avvia di nuovo l’intero processo.
Gli avversari degli economisti politici – siano questi avversari all’interno o al di fuori del loro campo – i quali rinfacciano agli economisti di scindere in modo barbarico ciò che è invece unito o stanno sul loro stesso terreno o stanno al di sotto di loro. Niente di più comune che il rimprovero mosso agli economisti politici di concepire la produzione troppo esclusivamente come fine a se stessa. La distribuzione avrebbe un'importanza altrettanto grande. Alla base di questo rimprovero sta proprio la concezione economica che la distribuzione è una sfera autonoma e indipendente, accanto alla produzione. Oppure [si muove la obiezione] di non concepire i momenti nella loro unità. Come se questa dissociazione non fosse passata dalla realtà nei libri, ma dai libri nella realtà, e come se qui si trattasse di una conciliazione dialettica di concetti anziché della dissoluzione di rapporti reali!»

Karl Marx, Introduzione del 1857 a Per la critica dell'economia politica, edizione Einaudi 1975

Al Congresso del Partito Socialista Europeo non si è aggirato alcuno spettro, dato che gli spettri erano tutti lì, vivi e vegeti, sul palco e tra il pubblico.
Qualcuno ha fatto anche discorsi vibranti, del tipo: «Serve un'Europa diversa».



Bravo Massimo, sì. Te lo posso dare uno scapaccione? La dialettica lo prevede.

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