Cosa intendevo ieri con Figli di Eichmann:
«Per
favore, Klaus Eichmann, si soffermi un attimo su questo. Poiché ora
ci troviamo veramente di fronte ad una delle radici del “mostruoso”.
L'inadeguatezza del nostro sentire non è un semplice difetto fra i
tanti; non è neppure soltanto peggiore del fallimento della nostra
immaginazione o della nostra percezione; essa è invece addirittura
peggiore delle peggiori cose che sono già accadute; e con questo
voglio dire che essa è persino peggiore dei sei milioni. Perché?
Perché
è questo fallimento che rende possibile la ripetizione di queste
terribilissime cose; ciò che
facilità il loro accrescersi; ciò che probabilmente rende
addirittura inevitabili questa ripetizione e questo aumento. Infatti
ad incepparsi non sono solo i sentimenti di orrore, della stima o
della compassione, bensì anche il sentimento della
responsabilità. Per quanto
possa sembrare infernale, anche per quest'ultimo valgono le medesime
cose che valevano per l'immaginazione e la percezione: esso
si fa tanto più debole quanto più aumenta l'effetto a cui miriamo o
che abbiamo già raggiunto; diventa cioè uguale a zero. E questo
significa che il nostro meccanismo d'inibizione s'arresta del tutto
non appena si sia superato una certa grandezza massima.
E poiché vige questa regole infernale, ora il “mostruoso” ha via
libera.»
Günther
Anders, Noi figli di Eichmann, Giuntina,
Firenze 1995 (traduzione A.G. Saluzzi).
Ecco, sia pure in sedicesimo di millesimo, anche per il PD e per chi ancora ci crede, è stata superata una certa grandezza massima per la quale ogni meccanismo d'inibizione si è arrestato. In una parola: essi, i piddìni, hanno dato vita e stanno dando vita al mostruoso.
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