martedì 25 marzo 2014

Tentativi e tentazioni

US President Barack Obama shakes hands with Rijksmuseum director Wim Pijbes (R) in front of Rembrandt's "The Night Watch" during a visit to the museum in Amsterdam on March 24, 2014 ahead of the Nuclear Security Summit (NSS). Photo: Erik Smits.
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Fiacca bloggheristica.
Assecondala. Lascia la pagina bianca.
Impossibile: è già sporca.
Eppure i fatti, i fatti che ti conducono a un'espressione, sono frusti, o meglio: ti sembrano frusti.
È il disincanto, come se trovassi inutile dire qualcosa perché questo qualcosa non funziona.
In quale senso, funzionare, e per chi? Per i lettori?
Macché: chi passa di qui non lo fa per informarsi di certo, né per sapere quale opinione ho di Obama o di Putin.
O di Federica Mogherini.
All'Aja hanno parlato di sicurezza nucleare.
Tra i tanti fattori che, sinora, hanno dissuaso una guerra atomica su vasta scala, v'è sicuramente il fatto che da essa non scaturiscono, all'evidenza, nuovi mercati.
Il capitalismo e il deserto vanno poco d'accordo.
Eppure il deserto è un luogo e di preghiera e di tentazioni.
Alludi a Gesù.
Alludo.
Gesù, pregando, ha resistito con la preghiera alle tentazioni.
Io forse solo non pregando ci riesco.
Non di solo pane vive l'uomo.
Anche di pelo.
Mi sono sforbiciato i riccioli pubici per questo.
E li hai gettati al vento.
Dove sarà pianto e stridore di denti?
No, dove saranno riso e piccoli godimenti.
Sicuro?
È un provarci, che vuoi: tentativi (ed errori) sono cosa diversa dalle tentazioni.
E chi adorerai?
L'istante e i lineamenti incerti dei sorrisi benevolenti.
E se Della Valle ti conducesse in cima a un monte... anzi no: a un Del Monte e ti dicesse: «Guarda, questo paio di mocassini saranno tuoi se, prostrandoti, adorerai i miei braccialetti e il mio ascot», come risponderesti?
Vattene, Diego: sta scritto: “Fatti una pompa da solo per scoprire se lo hai all'altezza, l'Ego”.

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