giovedì 18 febbraio 2010

Divagazioni

Sono stanco. Ho mandato un pezzo a Giornalettismo. Vedremo se domani sarà pubblicato. Mi ha colpito una frase della lettera pubblica di Bertolaso. «Come fango gettato nelle pale di un ventilatore». Chissà dove ha estratto questa frase estremamente suggestiva. Sempre che sia di suo pugno. Non ho motivo di escluderlo, anche perché di fango, quello vero e non metaforico, Bertolaso se ne intende. Come sempre, però, per me Bertolaso è una scusa per riflettere sulla condizione dell'io nella nostra epoca. Discorsi fatti a occhi mezzi chiusi. Come questi ora, che vanno avanti così, per forza di inerzia.
A margine, ho letto che Berlusconi ha respinto le dimissioni anche di Cosentino. Che respingitore. Forse, un anno fa, Veltroni doveva presentare a lui le sue dimissioni: chissà, forse sarebbe ancora segretario del PD. In fondo, per il Presidente del Consiglio è normale difendere i posti di lavoro: se non ricordo male, quando ancora non si era avventurato in politica, correva fama ch'egli, da imprenditore, non avesse mai licenziato alcuno. Chi era da lui fuggito lo aveva fatto solo di sua spontanea volontà.
Infine, ho letto che Mara Venier appoggia Brunetta: «se mi chiama, corro [...] siamo due cani sciolti». Facile dire la razza del ministro, un po' meno quella dell'insulsa conduttrice.

2 commenti:

giuliomozzi ha detto...

Be', l'espressione originale parla di "merda" nel ventilatore. E' um modo di dire statunitense.

Luca Massaro ha detto...

Grazie della segnalazione, Giulio.