sabato 27 febbraio 2010

Una stretta di mano mancata


«Niente stretta di mano. Nessuno scambio di sguardi tra Wayne Bridge e John Terry pochi minuti prima dell'inizio di Chelsea-Manchester City. Il terzino del Manchester City e della nazionale inglese, distrutto dallo scandalo che ha coinvolto il suo ex compagno di squadra e grande amico, John Terry, e la sua ex fidanzata Vanessa Perroncel, non ha voluto stringere la mano tesa dal calciatore del Chelsea, ignorando anche lo sguardo dell'avversario ed è sfilato via durante il tradizione saluto a centrocampo tra i giocatori delle due squadre».*

Questo episodio mi fa venire in mente questo passaggio di René Girard, tratto dal suo Celui par qui le scandale arrive, Desclée de Brouwer, Paris 2001 (pag. 26 e seguenti)¹.

«Si un personnage nommé B se détourne de A qui lui tend la main, A se sent tout de suite offensé et, à son tour, il refuse de serrer la main de B. Dans le contexte du premier, ce second refus vient trop tard et il risque de passer inaperçu. A va donc s'efforcer de le rendre plus visible en appuyant un peu, en forçant très légèrment la note. Peut-être tournera-t-il le dos spectaculairement à B. Loin de lui la pensée de déclencher une escalade violence. Il désire simplement “marquer le coup”, faire comprendre à B que le caractère insultant de sa conduite ne lui échappe pas»².

Chiaramente, siamo qui nel campo della doppia imitazione (mediazione), in pieno conflitto mimetico. A mio avviso però, dei contendenti, la figura migliore la fa oggi Terry, giacché (lo si nota a mio avviso dall'espressione della sua faccia) egli s'aspettava questo gesto. Terry infatti "tende" mano e, contrariamente a quanto Girard sopra descrive, la lascia lì, sospesa, come a rimarcare il gesto che la scortesia, questa volta, è del suo rivale. Bridge doveva quindi stringere la mano di Terry per farlo sentire una merda. Di più: mentre gli stringeva la mano, avrebbe dovuto guardarlo negli occhi; e questo avrebbe sicuramente impedito a Terry di tenere quell'espressione un po' così, a presa di culo, come di chi s'aspettasse quel plateale rifiuto. Terry, infatti, sentiva che Bridge gli avrebbe deliberatamente fatto mancare la stretta di mano e, sotto sotto, contava che ciò avvenisse perché questo sarebbe stato un toccasana per la sua “vanità”, per il suo “orgoglio”.
Il fatto che poi la partita l'abbia vinta la squadra di Bridge non medica certo l'orgoglio suo ferito. Sola riconciliazione, solo la stretta di mano vis-à-vis avrebbe prodotto in lui quel di più d'essere di cui si sente privato e di cui l'altro, Terry, gli sembra fornito.

¹ In Italia il libro è stato tradotto da Giuseppe Fornari per i tipi di Adelphi col titolo La pietra dello scandalo. Se volete, riporto la traduzione, ma volevo far sentire la voce originale del mio Girardone.

2 commenti:

alex ha detto...

non so. mi sembra una cosa tipo "perdona e sarai migliore". io in bridge non vedo una persona peggiore di terry solo perché non vuole perdonarlo.

Luca Massaro ha detto...

Non intendevo dare un giudizio di valore su l'uno o l'altro contendente. Volevo solo mostrare come, nella contesa, Bridge ha avuto una magnifica "mano" (non agonistica) e non l'ha sfruttata al meglio (non per diventare "migliore", beninteso; ma per fare un magnifico "gol").