venerdì 5 febbraio 2010

L'utilità delle differenze

«Come è utile che fino a quando l'umanità non sarà perfetta vi siano differenze d'opinione, così lo è che vi siano differenti esperimenti di vita; che le diverse personalità siano lasciate libere di esprimersi, purché gli altri non ne vengano danneggiati; e che la validità di modi di vivere diversi sia verificata nella pratica quando lo si voglia. In breve, è auspicabile che l'individualità sia libera di affermarsi nella sfera che non riguarda direttamente gli altri. Quando la norma di condotta non è il carattere individuale ma le tradizioni o le consuetudini degli altri, viene a mancare uno dei principali elementi della felicità umana, e l'elemento sicuramente principale del progresso individuale e sociale».

John Stuart Mill, Saggio sulla libertà, Il Saggiatore, Milano 1981 (pag. 85)

Verrà un giorno in cui la finezza di simili ragionamenti potrà passare direttamente all'azione ed essere forza, diritto che si afferma, baluardo di libertà e giustizia? Tutte le piste dello spazio evolutivo è lecito esplorare purché “gli altri non vengano danneggiati”.
Quando il pre-giudizio sarà relegato a rottame argomentativo? Quando il giudizio sarà esercitato solo dopo l'esplorazione di vita (e durante per verificare che non vi siano danni): lasciare libera ogni “personalità” di esprimersi, questo è il più alto compito di un moderno Stato di diritto (e di doveri).
Che senso ha per uno Stato negare l'unione civile di due persone dello stesso sesso? Nessuna. E ancora: che senso ha negargli poi il diritto di avere un figlio? Perché il figlio crescerebbe ‘male’ senza la figura paterna o materna? L'equilibrio, l'unità, l'affetto, il rispetto, la tolleranza, la fiducia, l'amore, l'educazione non sono elementi sessuati è l'ora di capirlo. E se non lo si capisce, la perfezione si allontana.

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