mercoledì 3 febbraio 2010

Un altro monarca



«Se fosse altrettanto facile comandare alla coscienza quanto alla lingua, ognuno regnerebbe in piena sicurezza e nessun governo degenererebbe nella violenza, perché ognuno vivrebbe secondo le intenzioni dei governanti e soltanto in conformità alle loro prescrizioni giudicherebbe del vero e del falso, del bene e del male, dell'equo e dell'iniquo».
[...]

«Mosè, il quale, non per astuzia, ma per divina virtù, era riuscito a influenzare al massimo il giudizio del suo popolo, come quegli che era ritenuto uomo divino e che nulla diceva né faceva se non per divina ispirazione, non poté tuttavia sfuggire alle calunnie e alle sinistre interpretazioni del popolo stesso; e meno ancora poterono sfuggirvi gli altri monarchi: e se questo potesse essere in qualche modo concepito, lo sarebbe soltanto in un regime monarchico, ma non in quello democratico, dove il potere è esercitato collegialmente da tutti o dalla grande maggioranza dei cittadini. E credo che la ragione di ciò sia evidente a tutti
».

Baruch Spinoza, Trattato teologico-politico (cap. xx), Einaudi, Torino 1972 (pag. 480-1)

2 commenti:

alex ha detto...

una cosa: ma tu ti sei fatto nel corso della tua vita un quadernetto di citazioni, tutte taggate in modo da ritrovarle quando ti servono - o sei un computer con tutto in memoria?

Luca Massaro ha detto...

Niente di tutto questo: coltivo l'arte di pescare a ‘caso’ nella mia biblioteca minima.
È grazie al blog che riesco a taggare.
:-)