sabato 14 marzo 2009

Elle apostrofo internet

Ho letto solo oggi l'inchiesta di Marco Politi su Repubblica di ieri («La guerra del Vaticano») insieme all'analisi che ne fa Vito Mancuso («La solitudine di Benedetto XVI»). Chissà che bei post ci riserverà Malvino. Io qui mi limito a osservare, in margine di quanto riportato da Mancuso sulla lettera scritta di pugno dal Santo Padre, questo interessante passaggio:
«Mi è stato detto che seguire con attenzione le notizie raggiungibili mediante l’internet avrebbe dato la possibilità di venir tempestivamente a conoscenza del problema [Il caso Williamson]. Ne traggo la lezione che in futuro nella Santa Sede dovremo prestar più attenzione a quella fonte di notizie».
Ecco, sentire il Papa reclamare dai suoi collaboratori una maggiore attenzione alle notizie che circolano nella rete è un'ulteriore prova, se ce ne fosse ancora bisogno, di quanto importante sia la circolazione dell'informazione attraverso, appunto, l'internet (interessante poi anche notare come Benedetto XVI metta l'articolo davanti a internet: chissà se maschile o femminile). Questo però conferma anche le ragioni dello zelo governativo di mettere freno alla diffusione, alla condivisione, alla gratuità dell'informazione della Rete. Per capirsi: una ventina d'anni fa, il caso Williamson poteva più facilmente esser messo a tacere...

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