mercoledì 18 novembre 2009

Un euro in meno

Renderei volentieri a me stesso la patente di uomo sereno
ma sono obbligato a rifare gli esami perché ho perso da scemo
tutti i punti durante gli scontri irrisolti e le tensioni non dette:
tra la coscienza seconda e la prima vorrei un pareggio
ma le parole rimangon sospese e la rabbia non esce, solo sigarette
spezzate per risparmiare il fiato e i soldi per un parcheggio.

Io vorrei conquistarmi, divenire un berlusconiano dentro
uno che si comanda con tredici discorsi a cazzo al giorno
e quindici scagnozzi pronti a prendere pistole e far centro
casomai un cavalletto roteasse di nuovo a mezz'aria sul corno
di questa mia testa di cazzo che deve smettere di pensare
che deve abbaiare per ottenere rispetto e mangiare.

Sono stato morso da un ambulante che mi chiedeva un euro
che voleva il carrello con tutta la spesa e io no non volevo
cedere il carrello la fame è mia io ho speso io ho mille euro
e tu non hai niente arraggiati lasciami vattene nel tuo medioevo
vai a mordere orecchie a quei pezzi da novanta in bella mostra
alla Fao dal Papa a Gheddafi al principale esponente di casa nostra.

Chiedimi qualcosa di più significativo semmai, chiedimi un canto
pisano, una mano, un caffè corretto, non ti accontentare via
della mia miseria, parti, sorridi cerca un guanto un materasso la scia
di un falso profumo uscito in incognito da Coin come un incanto
addenta il bosco comincia a cantare canzoni a noi sconosciute
lascia perdere fazzoletti accendini calzini cerotti amenità mute.

Racconta che son qui per ascoltare e anche se ho furia.
Racconta la tua storia, la tua fatica, la rabbia e l'ingiuria:
io vorrei avere il coraggio per darti la mano fratello e non congedarti
io vorrei avere la forza di guardarti negli occhi e vedermi riflesso
e invece la confusione, una guardia giurata, la paura di far tardi
mi portano via senza una moneta senza un caffè senza me stesso.

1 commento:

paopasc ha detto...

Sento come se ogni singolo verso avesse un maggior peso di quanto la normale forza di gravità chiederebbe.
Proprio stasera riflettevo che pur all'interno della vasca di deprivazione sensoriale di Lilly, la coscienza II continua a esistere, almeno finchè non ci addormentiamo. Ho paura che non sarà mai facile silenziarla: è una strana bestia. Spesso, quando è insieme all'altra, la I, ha partita persa, ma poi recupera, quando l'altra da forfait se chiudi gli occhi per esempio, la scena diventa tutta per lei.