lunedì 22 marzo 2010

Il cinismo indotto




Ieri, quando scrivevo il finale dell'articolo¹ pubblicato oggi da Giornalettismo, ho pensato a queste parole di Dawkins e. frettolosamente, ho parlato di “selezione sessuale” per descrivere le ragioni vere del «feroce tratto nazionale» che definisce l'«antropologia» dell'homo italicus.




«Esistono altri esempi di riproduzione selettiva indotta da occhi non umani? Sì. Si pensi al piumaggio spento e mimetico di una fagiana e lo si confronti con quello stupendo del maschio della stessa specie. Senza dubbio, se la sua sopravvivenza individuale fosse l'unica cosa che contasse per lui, il fagiano dorato maschio “preferirebbe” avere l'aspetto della femmina o di una versione adulta di se stesso pulcino. Lo stesso vale per altri fagiani, come il fagiano di Lady Amherst (Crysolophus amherstiae) e il fagiano colchico (Phasianus colchicus). I maschi sono variopinti e pericolosamente attraenti per i predatori, ogni specie in modo assai diverso. Le femmine invece si mimetizzano con colori spenti, quasi in tutte le specie nella stessa maniera. Come mai?
Una possibile risposta è quella di Darwin: a causa della “selezione sessuale”. Ma un'altra è la “riproduzione selettiva dei maschi indotta dalle femmine”. I colori vivaci infatti attirano i predatori, ma attirano anche le fagiane. Generazioni di femmine hanno scelto di accoppiarsi con maschi dai colori vivaci e brillanti, anziché con le creature coloro marroncino come i maschi avrebbero sicuramente continuato a essere se non avessero subito la selezione indotta dalle femmine».

Richard Dawkins, Il più grande spettacolo della Terra, Mondadori, Milano 2010 (pag. 49)

Ma per quali ragioni tale cinismo caratterizzante lo spirito delle genti italiche ha trionfato e trionfa riproducendosi e rinforzandosi nel corso del tempo.
  • in primo luogo, nessuno, apertamente, si riconosce in tale carattere, ma volentieri lo imputa agli altri, accusandoli, appunto, di cinismo; questo, soprattutto da parte di coloro che, oggettivamente, sono i campioni di tale cinismo imperante;
  • in secondo luogo, come il piumaggio dei fagiani o dei pavoni, il cinismo si è evoluto nel corso del tempo, facendosi - allo stesso tempo e paradossalmente - e più spiccato e più mimetico. Spiccato perché lo si trova ovunque. Mimetico perché ognuno lo riconosce bene negli altri ma mai in se stesso.
  • Tale cinismo che ha trovato il suo habitat ideale nelle zone di collusione tra potere e illegalità, si è diffuso secondo leggi analoghe alla selezione sessuale e, vieppiù, attraverso una “riproduzione selettiva” indotta dalla garanzia che l'unico modo per emergere e affermarsi nel nostro paese è adottare un simile tratto antropologico.
  • Last but not least, la Chiesa, che nella nostra penisola oramai impera da qualche secolo, invece di dare credito illimitato a quegli esempi che le rendono diuturnamente onore (cito Don Luigi Ciotti per tutti), preferisce assumere atteggiamenti indulgenti verso chi piaga (e piega) il tessuto sociale ai propri ‘cinici’scopi perché costoro sono i garanti più fidati per farle esercitare la sua influenza nella società e il suo effettivo potere.



¹Galli della Loggia scriveva: «Il cinismo della secolare antropologia italiana, e cioè il fondo limaccioso che si agita al di sotto
dell'appena sopraggiunta ingenuità modernista. Il cinismo che sa come va il mondo e dunque non
se la beve; che appena sente predicare il bene sospetta subito il male; che ha il piacere dello
sporco, del proclamarne l'ubiquità e la forza. Quel feroce tratto nazionale che per principio non
può credere in alcuna cosa che cerchi la luce, che miri oltre e tenga lo sguardo rivolto in alto,
perché ha sempre bisogno di abbassare tutto alla sua bassezza» e io concludevo: «
Ma come: sbaglio o è proprio su
tale cinismo che la Chiesa apostolica romana ha fondato il suo potere nella nostra penisola di pena,
oserei dire quasi allevando, in una sorta di selezione sessuale, tale tratto antropologico terribilmente
efficace per riprodursi nei secoli?»

2 commenti:

Anonimo ha detto...

GRazie per la dedica. :D
Sono d'accordo con te con l'accostamento tra il comportamento clericale e italico. Credo però che la cosa non sia a senso unico. Credo che anche la cultura di un paese possa tragicamente formare il comportmaneot clericale e quindi una religione. Nei paesi mediterranei le religioni hanno tratti dittatoriali che nei paesi centro-nordici sono incocepibili. Insomma siamo sicuri che il protestantesimo potesse nascere indistantemente al di sopra e al di sotto delle alpi?

Luca Massaro ha detto...

No, ma sperare è lecito ;-)