Adriano Sofri scrive oggi una lettera, Vittimismo di maggioranza, ad Emma B. dalle pagine di Repubblica. È una pagina di perfetta analisi del berlusconismo e dell'attuale maggioranza (e dell'elettorato che la sostiene), che denuda, in maniera spietatamente chiara e oserei dire definitiva, la vergogna politica che essi costituiscono. Buona metà della lettera è volta a questo, tanto che a un certo punto, quando Sofri si rivolge di nuovo a Emma, ci si era quasi dimenticati che stavamo leggendo una lettera a lei indirizzata. E proprio qui, però, a me (e mi vergogno un po' nel dirlo), riesce difficile comprendere ciò che Sofri stia, di preciso, chiedendo alla leader radicale. Riporto i passi e vi chiedo soccorso (e venia):
«Di fronte a questo rovesciamento, vittimismo di maggioranza più schiacciamento delle minoranze, che cosa fa una minoranza attaccata alla democrazia, alla legalità e ai diritti, come quella che tu [Emma] rappresenti, non nel Lazio, dove sei ora la candidata di uno schieramento molto più vasto, ma in tutto il paese? Certo, si batte strenuamente per il proprio diritto, denuncia con la stupidità di una legge come quella elettorale l'impudenza della sua violazione, esige in ogni sede istituzionale il controllo di legalità: bene. Ma tu stessa spieghi che la difesa del tuo diritto vale per il diritto di tutti. Il pasticcio delle liste, frutto misto di un'insipienza gonfiata dall'abitudine a fottersene e farla franca, è affare di gruppi dirigenti che se la sono cercata. Ma è anche affare di un gran numero di cittadini frustrati nella propria intenzione di voto o disgustati da una confusione meschinissima, così da alimentare il paradossale vittimismo di maggioranza sul quale soffia la leadership del centro-destra».
Bene, io - perdonatemi - non ho capito cosa stia chiedendo Adriano a Emma. Cioè, se il cittadino elettore dell'attuale maggioranza si riconoscesse minimamente nelle implacabili verità che Sofri ha descritto dianzi (che vi prego di cercare e leggere ché ancora non riesco a reperirlo in rete), non capisco proprio come costui poi si faccia infinocchiare dal suddetto vittimismo e, invece, non mandi a fare in culo i vertici del suo partito di riferimento (cosa che, di contro, gli elettori del centro-sinistra sanno fare benissimo coi propri dirigenti).
Ma continuo la lettura per vedere se sono io a sbagliare:
«Che campagna elettorale sarebbe quella che non trovasse di fronte a sé altro se non la rabbia, il risentimento o il rigetto di un elettorato senza rappresentanza? Penso che la minoranza cui tu appartieni, e tutto lo schieramento che oggi è all'opposizione, e in primo luogo il Pd, debba sentirsi oggi responsabile dell'intero elettorato italiano, compreso l'elettorato di centro-destra tradito dall'insipienza e dall'arroganza di quei suoi dirigenti che ora vorrebbero volgere il loro guazzabuglio in un senso popolare di persecuzione, di espropriazione e di rancore».
Bene, ci siamo: ecco, forse, Sofri si appresta a chiedere esplicitamente che la Bonino e il Pd appoggino il Governo che cerca di porre rimedio alle malefatte di alcuni suoi quadri di partito. Invece,
«Che un redde rationem nel centrodestra sia imminente è probabile, benché non prima delle regionali. Berlusconi vorrà arrivarvi rincarando il vittimismo di maggioranza che è la sua principale invenzione, con l'appendice da fotoromanzo di amore successo invidia e compagnia brutta. L'opposizione, a cominciare dai protagonisti della gara elettorale, faccia sentire a tutto l'elettorato il proprio schietto rammarico per una competizione falsata, accanto alle ragioni rigorose dell'osservanza delle regole».
E quindi? Sì al decreto oppure no?
«All'improvviso, il berlusconismo, pronto giorno e notte a dare il suo regno per un cavillo processuale, si scopre affezionato alla sostanza e insofferente di “cavilli” in una bazzecola come la legge elettorale. Nessun partito di opposizione che non voglia suicidarsi e farsi complice del colpo di grazia alla democrazia in Italia potrebbe spingersi, non dico a concordare, ma anche a restare passivo di fronte a un decreto legge che cambi retroattivamente la legge elettorale, magari in nome della piazza. Ci sono tribunali e giudici deputati a decidere».
Allora la Bonino e il Pd devono respingere qualsiasi soluzione per decreto vero? Capisco così? Leggo male? Eppure prima sembrava alludere alla responsabilità che radicali e centrosinistra dovrebbero assumersi per far votare gli elettori del centrodestra... ma come se non appoggiare in qualche modo il Governo? Sono io che non capisco? Vediamo il finale:
«Se lo sport professionale non fosse diventato una controfigura e a volte un'avanguardia della degradazione della politica si potrebbe evocare perfino la sportività. Quella che si augura di vincere e comunque, di partecipare a una gara leale, che rispetta la tifoseria altrui, che gioca secondo le regole e butta fuori la palla quando un avversario è a terra. Anche quando a buttarlo giù sia stato lo sgambetto di uno dei suoi, troppo fesso o troppo furbo, o tutt'e due».
Mi dispiace Adriano: la tua lettera è meravigliosa ma io, mi dispiace, non ho capito se Emma B e il Pd debbano (e come) buttare la palla in fallo laterale per far rientrare l'avversario.
P.S. 6 marzo
L'eccitante Blog dei feticisti di Repubblica ha segnalato questo post. Grazie Pazzo.
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