venerdì 19 marzo 2010

La caduta degli dèi

PER FINIRE

Raccomando ai miei posteri
(se ne saranno) in sede letteraria,
il che resta improbabile, di fare
un bel falò di tutto che riguardi
la mia vita, i miei fatti, i miei non-fatti.
Non sono un Leopardi, lascio poco da ardere
ed è già troppo vivere in percentuale.
Vissi al cinque per cento, non aumentate
la dose. Troppo spesso invece piove
sul bagnato.

Eugenio Montale, Diario del '71 e del '72, da Tutte le poesie, Meridiani Mondadori.

Tale analisiterra terra” di Federica ci fa ritrovare “la terra”, sospesi come siamo tra il vivere qui coi nostri desideri - giocoforza ridotti - che ci fanno sembrare la vita poco interessante e eccitante - vissuta al 5% come diceva il grande Eusebio - e l’iperuranio della fighezza di chi invece possiede lo scettro dell’essere (reddito alto, piccoli harem estemporanei, suv e autoblindo, ristoranti cinque stelle ecc.).
Almeno gli imperatori una volta amavano, oltre che alle zoccole da camerino nascoste pel popolino, circondarsi di philosophes.
Cosa posso dire, tuttavia, per essere credibile? Che probabilmente, se avessi un reddito “alto”, anch’io mi pagherei delle saltuarie escort? Non lo so, non trovandomi in tal situazione... È probabile di sì, qualche trombata da richiamo della foresta ogni tanto la farei, non lo escludo. Ricordo, infatti, un episodio: giovane ventenne, lasciato dalla prima fidanzata per un altro, e avendo subito tale smacco, cercavo disperatamente “altra figa” non tanto da palpare (sì, anche quello) ma soprattutto da portare in giro, bar-teatro-cinema-pizzeria, per far vedere agli altri che il mio essere era ben saldo. Quindi non è per moralismo che giudico il comportamento altrui. Solo per essere d’accordo con quanto scrive Federica; vale a dire che i modelli di riferimento che fanno sembrare di essere qualcuno di fronte allo sguardo altrui sono orribilmente decaduti. Basti pensare agli anni Sessanta/Settanta dello scorso secolo
per rendersi conto del baratro che ci separa da allora. Lo slittamento cominciò probabilmente con la Milano da bere di craxiana memoria, alimentata dall'ascesa dell'astro berlusconiano. Chissà. Ma ora è bene fermare la nostra confusa analisi marginale. Ne riparleremo... (uso il ‘noi’ come il divino Otelma per questo finale da strapazzo).

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