martedì 21 gennaio 2014

Da una lettera ai creatori di benessere

Per avere uno straccio di benedizione papale, il professor Klaus Schwab, presidente del World Economic Forum di Davos, ha mendicato una letterina in Vaticano. E Francesco, che non nega due parole a nessuno, ha risposto e, infine, benedetto.
Dalla lettera, estraggo:
Sono consapevole che queste parole sono forti, persino drammatiche, tuttavia esse intendono sottolineare, ma anche sfidare, la capacità di influire di codesto uditorio. Infatti, coloro che, con il loro ingegno e la loro abilità professionale, sono stati capaci di creare innovazione e favorire il benessere di molte persone, possono dare un ulteriore contributo, mettendo la propria competenza al servizio di quanti sono tuttora nell'indigenza.
Se a un pezzo di merda, prima lo ammonisci rammentando che la sua trippa troppo piena è scandalosa in rapporto alla trippa degli infanti idropici [la grave idropesì che sì dispaia / le membra con l'omor che mal converte / che 'l viso non risponde alla ventraia. Inf, XXX, 52-54] e poi lo blandisci dicendo che è un uomo dotato di ingegno, di abilità professionale; un uomo capace «di creare innovazione e favorire il benessere di molte persone», allora non fai altro che lisciarlo per il verso del pelo, giacché, poverino, come i leoni sono costretti a mangiare le loro prede, così anche loro, è naturale che, date loro doti predatorie, siano i primi beneficiari del sistema, avessero solo da lasciare qualche pezzo di carne in più al resto degli animali che gravitano intorno al loro campo d'azione. 

Ma cosa vuoi che faccia un Papa, non può mica mettersi di traverso ai veri demiurghi, dare in sacrificio se stesso affinché la Bestia sazi la sua fame di ricchezza e di potere; in fondo, tra le Potestà e i Principati è annoverata anche la Chiesa, e l'amore per i poveri fa il paio con la necessità che i poveri continuino a esistere perché sono il carburante essenziale per mandare avanti la baracca. L'importante è non consumarli tutti, averne riguardo, lasciar loro giusto il necessario, la sussistenza, altrimenti, sotto una certa soglia, il rischio è che il sistema non tenga più, ovverosia che essi scompaiano per sfinimento (non sia mai!) o che s'incazzino e ribellino al punto giusto, tanto da entrare coi forconi in Vaticano e le forchette a Davos.
- Le forchette a Davos? Perché le forchette?
- Perché da quelle parti, date le carni tenere, i bocconi sono da buongustai.

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