Nel 2009, la Rai, ossia la dirigenza berlusconiana dell'epoca, nelle vesti del Direttore Generale Mauro Masi, rifiutò l'offerta di Sky di 50 milioni di euro annui per sette anni (350.000.000 €) per trasmettere in chiaro, via satellite (non digitale terrestre) i canali del bouquet della tv di Stato.
E il Consiglio di Stato, chiamato in causa per dipanare questioni legali inerenti la vicenda, nel settembre scorso, ha dato definitivamente ragione a Sky, riconoscendo cioè che la Rai sbagliò a non accettare quei soldi, checché il cavalier commendator Masi ne dica.
Ho ricordato questo penoso episodio di vergogna italica perché la Rai, in questi giorni, anziché tentare un accordo, anche a ribasso, con Sky, è andata a domandare, alla tv di Murdoch, quanto segue
Ansia |
Ci rendiamo conto dei livelli? Il canone è o non è una tassa erariale? Dunque, perché non affidare definitivamente al fisco e non a quei pidocchiosi [*] dell'Urar - un ente che non ha senso di esistere - la riscossione di tale imposta?
E poi, ammesso e non concesso giustamente, che Sky desse la lista utenti, cosa farebbe la Rai, i controlli incrociati? Scatenerebbe per le vie d'Italia frotte di meravigliosi capistruttura che dal lavoro s'ammazzano da mane a sera, da sera a notte e da notte a mane?
Scopro le carte: io sono un cliente Sky, ma l'abbonamento Rai non è segnato a mio nome (la divisione degli abbonamenti). Dunque, se fossi segnalato, la Rai mi potrebbe, anzi: un capostruttura potrebbe telefonarmi per chiedermi: «Come mai signor Massaro non paga l'abbonamento alla Rai?».
In attesa della telefonata, mi preparo una risposta che, lo sento, sarà bellissima.
[*] Pidocchiosi perché è l'unica tassa al mondo che per pagarla occorre pagare, o il bollettino alla posta o, peggio, cioè più caramente, scegliendo di pagarla via bancomat o via carta di credito o dal tabaccaio o dove si fottessero meglio a loro.
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