Giorgio Amendola, Lettere a Milano, Editori Riuniti, Roma 1973 |
Oggi c'è poco da scoprire, se non una silenziosa rabbia che tracima, esonda in appositi sfogatoi previsti dalle autorità costituite. Tuttavia, rispetto ad allora, è impossibile incanalarla in un'unica direzione, perché - per far ciò - occorre prima individuare un, meglio: il nemico da abbattere, costi quel che costi (e il nemico assoluto, il bastardo, non è più individuabile, non c'è più, tutti siamo uguali, tutti abbiamo gli stessi diritti, eccetera) e poi riuscire a imbastire un'azione. Prendi quei due manager poverini della Goodyear, che brutto quarto d'ora che hanno passato. Ché gli operai dovevano farli a brani, come le Baccanti sbranarono Penteo? I media avrebbero forse gradito, così per costruire narrazioni eroiche dei nuovi difensori della libertà. Le effimere soddisfazioni cannibali si ritorcono subito contro.
Intanto, in Italia, settanta e passa anni dopo, lo sport preferito è far pressione sul governo Letta perché faccia le riforme.
Mi piacerebbe mettere in moto un'altra parte del corpo per ridere.
Nessun commento:
Posta un commento