Ho pensato non valesse la
pena vivere una vita senza ritoccare il tuo culo, giacché toccandolo
io ebbi sempre l'impressione di essere felice, di non volere altro
più dalla vita, di morirci lì, con le mie mani che te lo tenevano con
decisione e delicatezza insieme, senza tante pressioni o movimenti,
mani che trasferivano il tuo essere nel mio e viceversa, viceversa
nel senso che io ti trasmettevo tutto me stesso con quel gesto di una
devozione e gratitudine infinita.
Però tutto finì e
passarono gli anni. Del culo e di quella sensazione solo il ricordo,
il sogno, il desiderio, l'inutile ricerca per analogia. Più il tempo
trascorreva e più mi domandavo se in te mai si ripresentasse una
seppur minima voglia di quelle mie mani che te lo tenevano così
bene, così a lungo. Una volta – e ricordo quei momenti ancora con
un sussulto al cuore – che ebbi la ventura di incontrarti, tu da
sola o meglio, da sola no, tu con la carrozzina con dentro il figlioletto di
pochi mesi che lo trasportavi per farlo addormentare lungo le
tranquille vie del parco cittadino, e sorpresi ci salutammo, io,
ripeto, che avvertii subito il cuore che mi saliva in gola, tu non
so, solo quel sorriso che mi diceva tutto, ecco non ebbi coraggio
certo di stringerti una mano, né tantomeno di spingermi nel gesto
che desideravo più di tutto, però – questo me lo ricordo come
fosse ora – io ti dissi molto semplicemente che se fossimo stati
soli, ossia se non ci fosse stata quella tua creatura appena nata e
tutta quella gente che intorno camminava come noi, io penso, ti dissi, che
non avresti respinto le mie mani su di te e che forse, aggiunsi, ci saremmo anche baciati.
«Come minimo»,
rispondesti, e io rimasi
senza fiato a guardare intorno se, caso volesse, per incanto, fossimo restati soli
col bambino addormentato.
Niente,
non andò così e altro tempo, tanto tempo, è trascorso da allora.
Ma non per questo quel particolare desiderio, a volte, soprattutto in
sere d'inverno e luna crescente come questa, si ripresenta, abbastanza
forte per immaginarmi a te vicino, con le mani che scendono e prendono, con delicatezza e decisione, quella parte di te da me tanto amata.
2 commenti:
Quanta poesia e quanta bellezza...
Quanto buona tu sei con me, mia cara, grazie :-)
Posta un commento