«Secondo Bourdieu e i suoi innumerevoli epigoni, il nemico da stanare è il diniego del sociale. La caratteristica del sociale è di farsi conoscere nel disconoscimento. L'ordine sociale si radica così profondamente nei cervelli che diventa come una seconda natura, sull'esempio della prima, predeterminata, immutabile e fatale. Anche coloro che ne soffrono di più giungono ad amare questa fatalità. Amor fati, quanto ci rapisci... : “La necessità può compiersi solo se gli agenti sono propensi a compierla, perché hanno il piacere di ciò a cui sono condannati”*.»
Jean-Pierre Dupuy, Il sacrificio e l'invidia. Liberalismo e giustizia sociale, Ecig, Genova 1997
*Pierre Bourdieu, La distinction, Paris, Minuit, 1979 (p. 199).
Penserò al mio habitus, stanotte. Penserò al fatto che stasera sono uscito, stranamente, a vedere un torneo di briscola in un bar, pensavo giocasse un amico. L'amico non c'era, ma sono rimasto lo stesso, giusto cinque minuti, per bere un succo di frutta, mi sono messo a guardare due coppie di uomini giocare (nessuna donna dentro al bar). Mentre ero in piedi e bevevo, mi si è avvicinato un extracomunitario, forse rumeno, forse macedone, forse che cazzo ne so. Faccia gioviale abbastanza lezza, mi ha chiesto a che gioco stessero giocando. A briscola, ho risposto. Come funziona, mi ha chiesto, e nella seconda domanda ho avvertito una insopportabile fiatella di alcolista. Maremma schifa. E questo voleva parlarmi, aveva voglia di conversare e a me veniva da vomitare. Sull'habitus. Gli ho risposto che non mi ricordavo come si giocasse a briscola. Lui ha detto che forse ci vuole fortuna. Certo, ci vuole fortuna. Ho finito in fretta il succo, ho salutato gli astanti, sono tornato a casa e ho riflettuto su Bourdieu, pour Dieu!
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