mercoledì 29 aprile 2009

Prostituzione

«L'oratore sceglie la fine della pericope, dove si parla di una donna. Slòmit Bat-Divri, che Rasi afferma essere una prostituta.
"Ora il figlio di una donna israelita e di un egiziano uscì in mezzo agli Israeliti; nell'accampamento, fra questo figlio della donna israelita e in israelita, scoppiò una lite. Il figlio della israelita bestemmiò il nome del Signore, imprecando; perciò fu condotto da Mosè. La madre di quel tale si chiamava Slòmit, figlia di Divri, della tribù di Dan" (Lv. 24,10-12).
Da che cosa si capisce che si trattava di una prostituta? Rasi lo deduce dal suo nome, Slòmit che viene da salom (buongiorno) e Divri da davar (parola). E l'esegeta francese spiega: "Ella chiaccherava senza sosta, buongiorno ad uno, buongiorno all'altro, buongiorno a tutti...".
Rasi, commenta il filosofo, schernisce così la chiacchera, il fatto di parlare a tutti, senza responsabilità. La ridondanza della parola, la parola gratuita o la parola eccessiva, è il principio della prostituzione.»

Salomon Malka, Emmanuel Lévinas. La vita e la traccia, Jaca Book, Milano 2003 (pagg. 125-6)

2 commenti:

Devarim ha detto...

Bellissimo il libro di Malka. è raro trovare lettori di Levinas tra i blogger.

Luca Massaro ha detto...

Non tra i blogger in cerca di «volti»

:-)