sabato 25 aprile 2009

L'unica cosa seria



E se Paolo Poli avesse ragione? Se davvero la Chiesa fosse l'unica cosa seria che abbiamo in Italia? E questo detto da un uomo che ha sempre votato comunista e che ha sempre irriso i preti e la Chiesa stessa, che non ha più fede ma crede ancora nell'uomo.
Piccola idea, che propongo di far sviluppare (e far cassare eventualmente) a Malvino.
E se per risollevare le sorti di questo paese facessimo ciò che fanno gli atei devoti, ma per una causa più nobile e meno ipocrita? Se della Chiesa in Italia non si può fare a meno (Malvino sostiene sia una zecca inestirpabile*), allora perché non cercare di conviverci con tale parassita visto che non si può (o non si vuole) staccarselo di dosso? Per capirsi: perché non appoggiare quelle persone cattoliche illuminate, tolleranti, realmente disponibili al dialogo e al confronto come il cardinal Martini, Vito Mancuso, Luigi Ciotti, Enzo Bianchi eccetera? Non sono ingenuo: so che adesso in Vaticano comanda una linea conservatrice e retrograda; tuttavia, mi pare ovvio che le attuali posizioni vaticane allontanino più che avvicinare molti fedeli. Allora, a mio avviso, bisogna insistere sulle contraddizioni interne, far emergere e sostenere coloro che provocano piccole crepe nei muri portanti della Dottrina (al contrario dei novelli paladini della fede che sono degli ottimi restauratori). Gli attacchi frontali stimolano troppo le difese e la Chiesa, dopo svariati secoli di potere, sa come respingerli, giacché quando c'è da fare la vittima non la batte nessuno. Dunque, istillare dubbi, incertezze, logorare ai fianchi: bisogna far sì che la nostra zecca ci torni utile.

Per concludere riporto questo esilarante passaggio dell'intervista fatta da Aldo Cazzullo all'attore fiorentino sul Corriere di oggi:

«Oggi, il miglior talento politico d`Italia è palesemente il cardinale Ruini. Una faina: intelligentissimo. Meglio di Fini e D`Alema messi insieme: l`uno guarda la sostanza, gli altri si accontentano della bella presenza. Anche se devo ammettere che D`Alema mi garba molto». Politicamente? «Ma no. Fisicamente, è ovvio». Franceschini? «Caruccio». E di Berlusconi, cosa pensa? «Non penso. Preferisco dimenticare. Non ho mai cercato lustro attaccandomi ai forti. Come Parise, guardo ai deboli, ai poveretti, agli inadeguati. Se in scena c`è un cane, non è mai di razza, è un cane bastardo».

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Lucas,
sono pienamente, totalmente d'accordo.
Là fuori è pieno di gente con cui discutere e a cui dar voce, proprio perchè hanno cose da dire e non sono ascoltati da nessuno, men che meno da Santa Madre Chiesa. Quello che mi addolora è veder sbraitare il Vangelo sulla bocca degli empi, cosa che allontana ancora di più chi cristiano non è, e confonde chi lo è. Dare voce a chi è disposto al dialogo sarebbe un primo, fondamentale passo.

Weissbach ha detto...

Ma il passo:
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stato R~M~rr~lllRi Camillo Rraild e 1 íl j~~~rtn,..~c1Yti e i 1``~~lE~s?i t.
è stato censurato?

OCR a parte, temo che quello che proponi sia più di difficile di quanto sembri; e difficile lo sembra già.

Ma inizio a credere anch'io che sia una strada da provare.

Anche perché non sta scritto da nessuna parte che si debba concordare o su tutto o su niente.

Io spesso scrivo che il cattolicesimo è principalmente una questione di potere: non perché altri aspetti non siano rilevanti (o anche filosoficamente prioritari), ma perché dal punto di vista pragmatico e politico il nocciolo sta lì.

Luca Massaro ha detto...

@ Aubreymcfato

Grazie del tuo intervento

Luca Massaro ha detto...

@ Weissbach

No, non era censura. Io ho letto l'intervista in edizione cartacea e ho trovato veloce questo link governativo con google senz'andare nell'archivio storico del Corriere.
Per il resto, mi trovi concorde e mi fa piacere condividere certe idee. In estrema sintesi: mi piacerebbe vedere tale potere politico governato nuovamente da un papa alla Giovanni XXIII per intendersi, per vedere l'effetto che farebbe sulla politica a livello mondiale (non solo italiano).