mercoledì 1 aprile 2009

Samizdat 2009

Più di vent'anni fa almeno, se queste cose schifose fossero accadute, ci sarebbero stati sdegno e proteste da parte di molti governi occidentali; ci sarebbe stata attenzione, conseguenti inchieste, articoli che si sarebbero rincorsi nei quotidiani, libri pubblicati, voci di esiliati ed esilianti ascoltati da innumerevoli persone. Ma adesso questo schifo marcio di violenza, di terrore, di dispotismo, di criminalità organizzata accadono in una supposta "democrazia" capitalista, grande fornitrice di materie prime a noi assetati occidentali. E nessuno fiata. Una volta ai dissidenti riservavano sì il gulag - ma se qualcuno si salvava, se qualcuno usciva fuori, e pensava, e scriveva, poteva sperare di trovare rifugio all'estero. Lo Stato Sovietico era nemico dei dissidenti, della voce libera dei giornalisti; nemico in breve, di chi la pensava (o osava pensare) diversamente dal canone comunista. Adesso invece le vittime, oltre alla violenza subita, subiscono anche l'infamia di essere screditate da coloro che, a parole, si dicono paladini del libero pensiero, della libera stampa e si ergono a difensori della democrazia (e poi dopo organizzano processi-farsa dai quali scaturisce che non v'è alcun colpevole del crimine subito).

Pare che Berlusconi vada a trovare i suoi pari russi tra qualche giorno: quanto sarebbe opportuno ricordasse loro i principi basilari sui quali si fonda la democrazia, la libertà, lui Presidente del Popolo delle Libertà. E invece sarà grassa se questa volta, invece di un mitra, mimerà il gesto dell'ombrello.

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