martedì 14 aprile 2009

Un malato ontologico



Berlusconi è una persona malata e la sua malattia si chiama desiderio: desiderio ontologico per l'esattezza, desiderio d'essere continuo, mai appagato, irrealizzato. Il desiderio mimetico è una brutta bestia: si nutre sempre di modelli, li cerca dappertutto e quando li trova vuole strappargli di mano lo scettro, li vuole sormontare, a cominciare dai desideri e voleri di questi. Una volta superato il modello, non resta che cercarne un'altro, e questo avviene soprattutto se uno è malato, perché la sete d'essere è inestinguibile. Un tempo ci si limitava ad avere dei modelli che risultavano, effettivamente, irrangiungibili, di cui si imitavano i gesti e i desideri, sapendo in partenza di non poter mai arrivare a eguagliare, a possedere l'essenza del proprio "dio".
Il mondo moderno però ha ridotto vertiginosamente le distanze tra modelli e discepoli. La lotta per possedere l'essere è sempre più serrata.
Per tornare al nostro Berlusconi, mi ricordo bene come una volta disse, mi pare prima che si mettesse a fare il politico, che un tempo aveva avuto nel suo ufficio una foto di Gianni Agnelli, preso, appunto, a modello di riferimento. Una volta raggiunto e superato lo stesso grado di ricchezza e di rilevanza economica dell'Avvocato, Berlusconi non si è sentito appagato e ha cercato, appunto, un altro modello: lo Statista:
Adesso che l'Italia, perlomeno nella sua maggioranza, lo osanna e venera come un semidio, Berlusconi non è ancora pago. Cerca il riconoscimento internazionale: da qui derivano i suoi comportamenti da buffone ai vari vertici con altri capi di Stato, per reclamare a gran voce, e continuamente, cinque minuti di celebrità. Da qui derivano anche le varie iniziative censoree alle redazioni di alcuni giornali esteri, fatte tramite la Farnesina (vedi oggi l'articolo di Bernardo Valli su Repubblica). Berlusconi non potrà mai essere una persona seria, perché vuole sempre essere (o tentare di essere) protagonista. Non sopporta le critiche, anche quando colgono nel segno, perché egli crede sinceramente di essere sempre nel giusto; ma soprattutto non le sopporta perché esse minano il riconoscimento e il plauso che sono la base della propria idolatria. Ecco perché finora, grazie alla forza del suo potere mediatico e dei suoi corifei, ha sempre circoscritto tali critiche dentro due recinti: la Sinistra (comunista) e il Giustizialismo (magistratura comunista). Ma adesso che le critiche dall'estero si fanno più serrate e dettagliate, che l'apprezzamento del panorama internazionale è pari a quello tributato a Chavez, ecco che Berlusconi, il malato ontologico, tenta la contromossa: tramite il fido Frattini manda delle note di rimprovero ai media esteri perché non osino più permettersi di criticare così ingiustamente l'Italia: la sua Italia. Visto che non può più permettesi di conquistare un posto al sole, cerca di conquistare un posto nelle vetrine europee. Mi raccomando quindi, giornalisti e scrittori esteri, cercate di accontentarlo: mettetegli un cappello alla Napoleone e ditegli che è il più grande statista europeo del momento. Vedrete come diventerà dolce. Forse, finalmente, si squaglierà.

2 commenti:

Devarim ha detto...

desiderio meontologico; non di essere, ma di esserne liberati(o)

Luca Massaro ha detto...

Sì, speriamo gli si sciolga presto il cerone.