«Il nesso tra morale corrente e criminalità non si può risolvere se non trasformando la rivolta morale in rivolta politica e creando le basi di una democrazia effettiva, poiché non si può sceverare nello Stato la funzione repressiva utile da quella dannosa, entrambe essendo connaturate alla sua essenza di classe. Solo quando gli uomini determineranno da sé le proprie condizioni di vita e quindi metteranno le museruole ai cani, se del caso, senza bisogno di coercizione statale, spariranno giudici e delatori di reati di costume. La sfera privata servirà da pietra dello scandalo finché la sfera pubblica non sarà essa stessa autoregolata e il piccolo borghese non avrà bisogno di consolarsi delle frustrazioni quotidiane scoperchiando con occhio ingordo le case altrui [...] È nella sfera dell'autoconsapevolezza borghese, con tutti i suoi limiti, che va ancora cercata la denuncia della morale corrente come fonte di criminalità.
La maggior vittima di questa morale è la donna».
Cesare Cases, Introduzione a Karl Kraus, Morale e criminalità, Rizzoli, Milano 1976.
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