Più amaro è domandarsi come riesci
Come la trovi la forza di continuare
A ripetere l'oggi anche domani,
Come trovi la forza di rifare
Gesti idioti, progetti che mai a niente
Arriveranno... Abortiscono tutti
I tentativi per svincolarsi
Dall'oppressione della necessità;
Culmina tutto nella persuasione
Che mai lo sormonti il destino,
Che ai piedi della muraglia
Ricaschiamo ogni sera,
E nella stretta di un più precario
Di un più sordido ancora, domani.
E anche sopravviene, traditora,
L'età, e ci minaccia il peggio.
Per rianimare il ballo della vita
Ci resta, dentro, più poca musica.
Ai confini del mondo, per morire
Dove è il silenzio e la verità,
Tutta la giovinezza è già fuggita.
E poi, io dico, dove andare, quando
Del necessario capitale di delirio
Non resta niente più, dentro di noi?
La verità è un'interminabile agonia.
La morte è la verità di questo mondo.
Bisogna scegliere: o morire o mentire.
Louis Ferdinand Céline, Voyage au bout de la nuit, Paris, 1932.
Capoversi tradotti mirabilmente da Guido Ceronetti, Come un talismano, Adelphi, Milano 1986.
Sarà stata la Ribolla Gialla 2004 di Damjan Podvosic (vicino a Gorizia); sarà stato il Pigeno 2006 Pinot Nero D.O.C. di Stroblhof o il Veuve Clicquot finale.
Fatto sta che stanotte, stamani e finora son stato male: vomitata l'anima del capodanno ed erano anni che, forse, non mi succedeva. Che sia l'età traditora o semplicemente ho mangiato e bevuto troppo (col tutto condito, pare, da un virus che provoca conati?). Boh, quel ch'è stato è stato. Ripescare questi capoversi è una sorta di schiaffo benefico veritativo che mi aiuta a mentire ancora, e ancora, e ancora...
1 commento:
il tuo capodanno è stato molto meglio del mio :D
(comunque è chiaro che è l'età! ma c'è bisogno di domandarselo?)
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