«Io come Saviano. Sono un recluso per quello che scrivo». M. Belpietro, titolo del Corsera di oggi, pag. 11
La solidarietà e il rispetto per la vita di Belpietro sono fuor di dubbio. Chiunque, in un paese autenticamente democratico, dev'essere libero di esprimere le proprie opinioni senza tema di veder messa a repentaglio la propria vita. Questo è il bello delle società liberali: avere posizioni e opinioni diverse che circolano, liberamente, tra i cittadini. Anche se la tua opinione è diametralmente opposta alla mia, e in essa vedo palesi errori e forme di leccaculismo, questo renderà ai miei occhi più lucente, più brillante la mia di opinione e in ciò che penso porrò maggior fiducia e credito.
Insomma, per intenderci, il mio antiberlusconismo trova le sue ragioni e le sue giustificazioni proprio dal berlusconismo assurdo di certuni, di certe facce affette da prognatismo intellettuale. Belpietro, i foglianti, la pattuglia dei feltriani vanno ringraziati e garantiti fino in fondo di sparare le loro notizie in prima pagina proprio per farci capire dove si trova la parte della ragione.
Ma fatto salvo tutto questo, fatto salvo cioè che nemmen per scherzo uno si deve provare a minacciare un altro per ciò che scrive, - cari opinionisti, se doveste un giorno, malauguratamente, ricevere minacce per ciò che scrivete, preferireste riceverle dalla Camorra o da certi presunti attentatori?
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