sabato 30 ottobre 2010

Piero, io vorrei che tu, Luigi ed io...


Stamattina sono stato a ri-trovare Piero. Era tempo che non lo facevo, da quando v'erano i ponteggi per il restauro degli affreschi (lì si che lo potevi vedere vis-à-vis). Sono entrato nella basilica di primo mattino soprattutto per schivare l'aria fredda, tagliente, e per non aspettare fuori, in piazza, l'arrivo di un caro amico (ero in anticipo). Sono entrato, dicevo, e dentro non v'erano che due persone: un anziano inginocchiato che sillabava mute preghiere e una giovane donna di bell'aspetto che s'apprestava a uscire dopo essersi fatta il segno della croce. Mi sono tolto il cappello, sono entrato in Cappella (de' Bacci) e mi sono ri-letto e ri-goduto la Leggenda dal vivo, solo, in silenzio.
Ripercorsa la narrazione, sono uscito. L'amico era fuori, davanti ai Costanti, puntuale, dieci mesi che non ci vedevamo. Due ore di piacevolissima conversazione davanti a un caffè.
Casa. Leggo questo post di Malvino, ripenso alla Leggenda, soprattutto alla battaglia di Eraclio e Cosroè, e mi chiedo due cose: la prima, se la Chiesa Cattolica avesse oggi a disposizione un potenziale bellico come quello ai tempi di Eraclio, essa sarebbe allo stesso punto della sinusoide perseguitati-persecutori-perseguitati? La seconda, se Piero fosse vivo oggi quale tipo di Leggenda racconterebbe? Per esempio, gli sarebbe consentito di torturare ebrei?

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