«La sua piaggeria [del giornalista che intervista Saviano] è veramente imbarazzante. Solo che nessuno lo rileva perché ci sono personaggi verso i quali ogni distanza critica sarebbe giudicata grave, e anche perché la comunità fittizia di Repubblica ha il suo pantheon proprio come quelle del Giornale o di Libero. La differenza non sta di sicuro nel fatto che il trattamento giornalistico riservato ai santi delle tre (o due?) diverse chiese sia difforme, ma nel fatto che a noi quei santi là non piacciono.»
Federica Sgaggio ha molte ragioni soprattutto nello smascherare la “santificazione” dei personaggi pubblici (in questo caso, Roberto Saviano). Però, mi chiedo e le chiedo, se questo personaggio ha realmente qualcosa da dire e ciò che dice è uno schiaffo al potere (occulto o meno) e un sostegno, una speranza per la civiltà di un paese, non è che a forza di fare le pulci al fenomeno si rischi di buttare via il bambino con lo sporcizia dello show businness?
3 commenti:
Forse da Saviano, quelli come me o Federica, s'aspettano più un bel libro da leggere che non una trasmissione televisiva.
Sì, in effetti sono d'accordo con Gians.
Però ho anche da dire un'altra cosa: io penso che il mio compito professionale sia fare domande, non affermazioni che l'interlocutore debba limitarsi a completare, approfondendone questo o quell'aspetto.
Il mio compito non è essere collaterale, consentire all'interlocutore di scegliersi il profilo migliore, indipendentemente da quanto io sia in sintonia con lui.
Credo, anzi, che un interlocutore serio, competente, vivace, appassionato, esca con maggior nitidezza da un'intervista tonica, autentica.
Non è questione di essere aggressivi, però.
Questo voglio dirlo proprio chiaro, perché la retorica di Striscia la notizia e delle Iene sta proprio lì: ti rompo le palle così tanto che tu alla fije mi mandi a quel paese e io posso dire che tu sei un bastardo che non rispetta la libertà di stampa.
Che invece, secondo me, non gode di sconti sulla buona educazione.
grazie Federica
;-)
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