giovedì 7 ottobre 2010

Il blogging come forma di outing permanente

Il blogger non si limita, come Tiziano Ferro o altri personaggi famosi, a fare outing solo per la sua sessualità (indipendentemente da quale essa sia). Egli si scopre su tutti i fronti del suo essere, si espone, si mette in piazza, anche quando finge di essere qualcosa d'altro da ciò che è. Fare outing solo per quanto riguarda la sfera sessuale è un limite, dato che la personalità, l'essere di ognuno non è racchiuso solo in essa. Esistono altre sfere, a cominciare dall'esposizione delle proprie convinzioni, fedi, incertezze, turbamenti, pensieri vari che il quotidiano vorrebbe incatenare e il blogger invece, con la smania di assoluto, vuole sciogliere. Il blogger scioglie se stesso nella rete, come un'aspirina si scioglie in un bicchier d'acqua. E i suoi principi attivi (o i suoi effetti collaterali) si manifestano subito in presa diretta sul lettore che li accoglie per trarne giovamento, o per farsi del male, o altresì solo come per avere un consapevole effetto placebo. Il blogging è uno spalancamento d'anima, ammesso e non concesso che ne abbiamo una. Da questa finestra aperta sul mondo, il blogger si affaccia e risponde ai passanti sì, ma soprattutto a se stesso. «Ricordati che devi morire», «Mo me lo segno», Troisi dixit. Una cosa del genere, dunque. Chi passa sotto queste finestre d'uomo o donna sa, che a volte, può ricevere una carezza, un fiore, un pezzo di pane, oppure, se va male, persino il contenuto dell'altrui pitale. Portate l'ombrello in caso di. Io cerco di gettare petali: che qualcuno li raccolga e ne faccia segnalibro è la mia massima ambizione.

5 commenti:

sam ha detto...

Questa volta, caro Luca, non mi trovi d'accordo.

Il blogger, anche quando svela la sua anima, lo fa in un territorio protetto (la rete) e comunque usando la scrittura che è - anche - un filtro.

Discorso diverso è fare un coming out in una terra bastarda e bigotta come questa, farla guardando in faccia i colleghi, i familiari, gli amici. Sentendosi chiedere, nel migliore dei casi "ma non ti piacciono proprio le donne?", "sei sempre stato così?". Ed è una cosa continua.
Nessun blogger dovrà mai spiegare il motivo della sua sensibilità o della sua creatività.

Ogni coming out anche singolo ad una singola persona è una piccola rivoluzione per la persona che apprende. Una rivoluzione di pensiero, per carità, niente di che. Ma comunque una rivoluzione.

Il blogger non è mai veramente tanto nudo.

Anonimo ha detto...

@Sam.
territorio protetto la rete?
Non c'è niente di più pericoloso e inutile che questa rete, questa schiavitù autoimposta da cui non vogliamo liberarci ci espone alla permanente memoria di ogni cazzata scritta, in perpetuum recordizzata...

Luca Massaro ha detto...

@ Sam
Comprendo ciò che dici: tutto vero. Ma mi dovresti credere anche te. Qui, da queste parti, da questa terra di confine, il blogger si denuda (certo "tra le righe") e confessa i suoi desideri, bisogni, convinzioni: fa bella (o brutta) mostra di sé esponendosi al sublime o, molto più spesso, al ridicolo, come giustamente afferma il gentile anonimo. Il punto è: di outing nella vita ce ne sono di continui. Certo, alcuni sono fondamentali, cruciali, determinanti; altri meno. Ma noi siamo un continuo di outing e per me qui, in questo momento della vita beninteso, trova la forma della mia massima espressione.

AlterEgo ha detto...

io mi sono permesso di farne segnalibro...

Anonimo ha detto...

Non è proprio vetrina di sé....è più simile al lancio di un messaggio in bottiglia
ciascuno ne farà poi quel che vorrà

in fondo, noi, diamo la versione che vorremmo, di noi stessi,
un esercizio di comprensione dell'essere
se poi qualcuno ci trova interessanti bene, meglio

Luca, io non vorrei ripetermi, ma sei il mio appuntamento quotidiano con il mondo dei blogger
comincia da te e finisce con te
(petali che raccolgo volentieri)
guai a te se smetti di fiorire
(ti verrei a cercare: è una minaccia, bada) :)