lunedì 18 ottobre 2010

È ora d'accennare

Stanco della vita, io? Non scherziamo.
Ma se me le mangio con gli occhi, ancora,
tutte le sue insegne, se non c'è amo
al quale non abbocchi! Semmai è ora


d'accennare, questo sì, a qualche addio,
cominciare a spegnere le candele
e chiudere gli spartiti, un leggio
per volta fino all'ultimo, al più fedele


degli strumenti... Quale? La memoria
sussurra i due violini, il cuore un flauto
o il tuo silenzio - ma io so che una storia
si fa da sola, che è empio o almeno incauto


scriversi il finale. Basti l'atroce
strozzarsi in gola, vero, della voce.

Giovanni Raboni, Quare tristis, Mondadori, Milano 1998

6 commenti:

Anonimo ha detto...

depresso?
quanti anni aveva Raboni quando l'ha scritta?
accennerai a chiudere spartiti quando avrai nelle ossa gli ottant'anni canonici di vita media, dai...
con tutto quei begli ami in giro a cui abboccare...
(fase depressivo-ossessiva?)
smack!

Luca Massaro ha detto...

Raboni nacque a Milano nel 1932 ed ivi è morto nel 2004. La raccolta poetica alla quale appartengono i versi riportati e del 1998.
Per quel che vale: io trovo tale poesia tutt'altro che "depressivo-ossessiva". Anzi: l'attacco è chiaro, alla domanda il poeta si risponde, appunto, «non scherziamo».
Tengo lo smack e uno te lo invio anch'io.
Saluti

Anonimo ha detto...

scherzavo...non conosco la raccolta, ma a quanto leggo (recensioni online)
si parla di vita in prospettiva della morte:
Il poeta fronteggia, in questa raccolta, quella sorta di "membrana segreta" che ripercuote e rimanda le voci, i pensieri, i ricordi: il sipario che divide il mondo dei vivi e quello dei morti. Gli "sfrattati del tempo" ci chiamano, nel segno di un Cristo appena disceso nel sepolcro, un Cristo di passione nel quale calare una religiosa esperienza del Nulla, un modo di guardare la vita dal punto di vista della morte.
Tu sei vivo e fibrilli, altrochè! (è giusto l'accento sulla e?) SCHERZO! ;)

giuliomozzi ha detto...

Stanco della birra, io? Non scherziamo.
Ma se me ne bevo di gusto ancora
un paio al giorno! Sono un amo
al quale abbocco sempre.. Semmai è ora

d’abbassare, questo sì, di qualche grado,
mettere da parte le doppio malto
e la birra del diavolo, al parentado
più umile rivolgendomi, e meno alto

di rango… Quale? Ovvio: la Peroni
Nastro Azzurro, quella che per sempre
sarà… - Ma io so che non siam buoni
mai di scriverci i finali, e come lepre

corre il tempo. Ci coglierà l’atroce
morte, a gola piena d’oro, precoce.

(Spero che il verso finale sia abbastanza chiaro: "a gola piena d'oro" significa: "mentre beviamo birra"...).

Luca Massaro ha detto...

@ Giulio.

Una splendida versione. Grazie

Paolo 93 ha detto...

bellissima la versione di mozzi