mercoledì 6 ottobre 2010

Posteggiando in biblioteca

Posteggiare dalla biblioteca cittadina è una sensazione strana. Non sai se abbandonare la postazione computeresca per prendere a piene mani libri disponibili fisicamente, nelle varie sezioni che essa offre, o se stare qui forzandosi a un'idea imprevista, che non c'era e che cerco per riempire un pomeriggio di attesa. Viaggiano avanti e indietro studenti che non si sa bene se effettivamente vengano qui a studiare o altro. Le bibliotecarie sono carine e gentili. Io non mi concentro. Nella vetrina delle novità, dedicata a tematiche ambientali, il libro che più mi attrae e tocco or ora con una sensazione che vorrei condividere coi miei amici lettori veneti, è quello di Luca Zaia, Adottare la terra (per non morire di fame), Mondadori, Milano 2010, uscito lo scorso febbraio nella collana strade blu. È un libro che consiglio, non tanto di leggere, ma di osservarlo fisicamente, appunto. In prima di copertina troneggia un cesto di vimini zeppo di ciliegie, credo amarene, a mo' di natura finta morta su sfondo funebre, nero e tavolo marmo da obitorio. Ma è la quarta la copertina che più vi invito ad osservare, ove il sorridente presidente della regione Veneto, a braccia conserte, sorride leggermente col suo impeccabile doppiopetto blu (con tanto di fazzolettino verde che esce impercettibilmente dal taschino sinistro della giacca quattroperquattro bottoni), fotografato su uno sfondo straordinariamente contraddittorio con il suo abbigliamento: un covone di paglia, tipo quelli ove il corregionario regista Tinto Brass avrebbe sdraiato la fattrice prosperosa tipo Serena Grandi per una sublime trombata bucolica. Ah Zaia Zaia se qualcuno ti avesse dato lì una spinta, anche se tu fossi caduto, non ti saresti fatto male, tuttalpiù avresti veramente "adottato" un piccolo pezzo identitario di quella che alcuni ancora si ostinano a chiamare Madre Natura.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non dovrei commentare, dato che veneta non sono

O.T. ultimamente ai veneti è venuta la fregola del dialetto e polemizzano sui ruoli marginali e stereotipati che, a detta loro, vengono assegnati ai corregionali nelle fictions televisive e nei film (odio il termine fiction)
un po' la polemica del muratore bergamasco, qui in Lombardia
bah...che stupidi falsi problemi...
Zaia?
bel fusto, peccato sia leghista duro e puro
lo vedo bene come allevatore di suini

Weissbach ha detto...

Ho appena saputo che il tema del Festival Filosofia 2011 è "Natura".
Ci sarà da ridere.