martedì 28 luglio 2009

Gente del Nord

Facendo alcune considerazioni a margine di un suo post, chiedevo, un po' confusamente, a Federica Sgaggio se dopo tanti anni di effettivo governo della Lega Nord, dal potere nazionale a quello locale, ci siano stati degli effettivi (e apprezzati) cambiamenti concreti (cioé, non solo parole e folclore) per la “gente del nord” che, appunto, ha votato Lega. Federica mi risponde così (taglio solo una parte relativa a una mia domanda specifica sui conti sanitari):

«In generale, non penso che ci siano stati cambiamenti “concreti”, a meno che non si consideri concreto (e purtroppo credo che concreto esso sia) il montare di un’arroganza, di una brutalità e di un antimeridionalismo che non sussurrano più le loro ragioni al chiuso, arrossendo di vergogna.

E no: credo che la gente del nord sia esattamente così come la Lega la dipinge, la vuole e le dà voce.
Altrimenti non mi spiego tutti quei voti.
Non ho mai creduto che la Lega fosse il cosiddetto “voto di protesta”. Questa ce l’hanno raccontata ma io non ci credo: è il voto di chi crede di avere ragione su tutto, di aver diritto di cacciare chi è diverso, di chi pensa che il denaro sia tutto, di chi crede che l’ignoranza sia un valore perché la cultura è ciò da cui è sempre stato escluso, e ora scopre che la cultura non è necessaria, e che può propagandare per cultura le sue opinioni da osteria.

Secondo il mio modestissimo parere, dare il voto alla Lega è esprimere un’opinione politica che con qualche piccola semplificazione definirei fascista».

Facevo meglio a non chiedere nulla. Queste parole mi dànno un senso di tristezza civica incolmabile. Ma confido molto nell'icastico epigramma zanzottiano¹:


In questo progresso scorsoio

non so se vengo ingoiato

o se ingoio


¹Andrea Zanzotto, In questo progresso scorsoio, Garzanti, Milano


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