Sarà questo giorno grigio di pioggia. Sarà che mi sono messo a fare da mangiare e che tale attività ha stimolato vaghi pensieri (cioè: sbuccio cipolle, pelo carote, sfilo coste di sedano, lavo, taglio finemente, soffriggo, aggiungo salsiccia, macinato bovino, fo sfumare del vino e aggiungo passata di pomodoro); ma quell'editoriale di Giuliano Ferrara di ieri m'è rimasto di traverso e, mi son detto, o lo vomito o lo digerisco. Cerco d'intraprendere la seconda soluzione.
A dire la verità, ho la fortuna di avere qui a disposizione questa lettura malviniana che è sicuramente un eccellente farmaco digestivo: tuttavia, c'è ancora qualcosa che non va né su né giù. Questa frase, per la precisione: «Berlusconi è un gigante».
Devo togliermi di dosso questo predicato nominale duro come un macigno. Certo Ferrara lo usa qui per indicare che Berlusconi è un “gigante” anche nel suo apparente declino. Io però non riesco proprio a vedere come Berlusconi possa essere considerato un gigante. O forse sì, però nella sola accezione possibile, quella dantesca, che vede i Giganti come un simbolo di immobilità, di incomunicabilità, di somma presunzione: ergo, l'unico modo per cui, a mio avviso, Berlusconi può dirsi un gigante è per aver condannato l'Italia all'immobilismo dei suoi interessi che non coincidono per nulla con quelli della nazione (infatti, contrariamente a quanto si diceva della Fiat, se va bene Berlusconi va male l'Italia); inoltre, per aver reso ancor più impraticabile la comunicazione civile tra le parti contendenti dell'agone politico, ma anche semplicemente tra i comuni cittadini mediamente interessati alla “cosa pubblica”; infine, per essersi lui stesso creduto (ed essere creduto) come uno statista («Credo sinceramente di essere stato, e di essere, di gran lunga il miglior presidente del Consiglio che l’Italia abbia potuto avere nei 150 anni della sua storia»), lui che ha un senso dello stato pari a quello di Smilla per la sabbia del Sahara.
Ferrara appartiene a quella fitta schiera di intellettuali che si credono intelligenti nel ritenere Berlusconi un genio (o un gigante). Di fatto, però, chi lo ritiene tale non si accorge che sta venerando uno dei protagonisti più scadenti e meschini che la nostra storia unitaria abbia mai avuto.
Berlusconi può essere un gigante solo per chi sopravvive alle sue dipendenze economiche e mentali. E coloro che si trovano in tale posizione, pur rivendicando la propria indefettibile autonomia intellettuale, assumono nei suoi confronti lo stesso atteggiamento che assumeva il vassallo nei confronti del signore. Ecco, l'ho detto. Si può lodare pubblicamente Berlusconi solo se si beneficia, in qualche modo, in qualsiasi fottutissimo modo, del suo enorme potere politico, economico e finanziario.
In buona sostanza, Berlusconi può essere un gigante solo per coloro che si sentono dei nani, anche se poi sono grossi come elefanti.
3 commenti:
Scusa luca, ma perchè diamine leggi il Foglio? perchè fa chic? Una volta forse pure, ormai fa cagare.
Ma ,più in generale, perchè facciamo le cose che ci fanno stare male?
ps. Dobbiamo fare un articolo contro l'osservatore romano che stronca il Vangelo secondo Gesù di Saramago
Le ragioni per cui lo leggo le ho spiegate nei commenti al mio post, «Luca's version» di giovedì scorso.
E pure questo è un notevole digestivo. E grazie, va, che ho avuto una giornata difficile.
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