Non c'è stato niente da fare. Non ho saputo resistere alla mia insana vocazione masochistica. Ho cominciato la lettura di questo libro. Già mi ri-sento male ri-leggendo la storia di Sindona, Calvi e Marcinkus. È una soddisfazione provare dolore da certe letture. Un sano senso d'impotenza, come se fossi legato con delle manette e frustato dal ghigno degli impuniti. Oh come godo a sapere che in Italia (in Europa, nel mondo) è accaduto questo e quest'altro, sono state commesse queste e quest'altre credibili ingiustizie.
Sono i momenti in cui mi piacerebbe che ci fosse o una giustizia divina (secondo i parametri della decenza), o un supereroe che scava, scova, scolla di dosso, dalla superficie terrestre le ombre dei senza vergogna – un capitan Italia pronto, con il suo scudo, a respingere e, magari, a modificare il passato riportandolo tutto sulla scena. Ma è già tutto sulla scena e ancora lo Stato Vaticano è lì, a succhiare a succhiare a succhiare (per usare di nuovo l'implacabile metafora malviniana)¹ senza il minimo impedimento, senza nessuna difesa, come se il sistema immunitario di un paese laico, democratico e repubblicano fosse andato completamente a farsi fottere.
Per carità, non dico che in Iran, e nel mondo islamico in generale, stiano meglio di noi. Ci mancherebbe. Ma il punto non è questo. Il punto è accorgersi che il peso dell'influenza ecclesiastica nel nostro paese, se valutato con la moneta e i parametri storici “inflattivi”, è enorme quanto e più lo è stato nei periodi bui dello Stato Pontificio prima della breccia di Porta Pia, e di questo fare finta di niente. Ovvero – ma non so se riuscirò a spiegarmi meglio – l'influenza vaticana in Italia, che determina una paralisi nell'autodeterminazione politica, è tanta quanta lo può essere in uno scenario del Terzo Millennio nel mondo occidentale. Cioè, siamo di fronte, inesorabilmente, a un regresso storico verso le istanze temporali di un potere che, per sua natura, si fonda su istanze ultramondane e che dell'Italia come nazione democratica, civile e repubblicana, se ne frega alla grandissima. La tiene in vita solo per sfruttarla meglio, ovvero la sfrutta nel modo migliore possibile secondo le sue esigenze, senza che ci sia una forza politica in grado di vedere, denunciare, contrastare questo stato di cose. Non è vero? Ditemi allora, forza!, chi oggi avrebbe il coraggio politico di rompere definitivamente, con un atto unilaterale, i Patti Lateranensi. Chi avrebbe il coraggio di far pagare alla Chiesa tutto il dovuto in termini di tasse e di diritti fino all'ultimo centesimo. Chi avrebbe il coraggio di togliere il crocifisso dai luoghi pubblici. Nessuno, nessuno.
Io se fossi Dio sposterei per qualche secolo la Città del Vaticano a Città del Capo. E al suo posto lascerei una bella voragine. Un Ground Zero. Far riposare questo paese, lasciarlo libero. Non credano però i musulmani di prendere il posto. No, stiano a Teheran, a La Mecca e Medina, al Cairo e a Kabul. Religioni di tutto il mondo, lasciateci riposare. Lasciateci soltanto i Valdesi (ma che rimangano umili e non si mettano strane idee in testa).
¹Non riesco a ritrovare, per ri-linkare, il post malviniano da cui ho tratto ispirazione. Prego l'Autore di rimetterlo in calce nel suo 'nuovo' blog affinché niente vada perduto.
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